Logo_LAMP_02
Lampada ai miei passi è la tua parola

 

Questo sito web utilizza i cookies
Utilizziamo i cookie per assicurarci di darti la migliore esperienza sul nostro sito web. Se continui ad utilizzare il sito, assumiamo che tu accetti di ricevere i cookie da questo sito web
home OK Articoli
OK
I testimoni di piazza Majakovskij
Un fiore nacque nel deserto umano dell'Unione Sovietica  
 
OK

Inaugurazione del monumento a Vladimir Majakovskij, 19 luglio 1958

 
«... tutte queste erano le più ordinarie e le più frequenti, sentite più di una volta ... giovani conversazioni e pensieri».  
F.M. Dostoevskij
 

I testimoni di Piazza Majakovskij

 
Il 19 luglio 1958 fu inaugurato a Mosca il monumento a Vladimir Majakovskij. In tale occasione, dopo la cerimonia "ufficiale" fu consentito ai presenti di partecipare all'evento leggendo pubblicamente le loro poesie. Il successo e il gradimento da parte delle persone presenti fu così grande, che tali letture pubbliche divennero un appuntamento culturale stabile. Vi partecipavano persone comuni con la passione per la letteratura: Jurij Galanskov, Vladimir Bukovskij, Vladimir Osipov, Anatolij Ščukin, Aleksandr Ginzburg, Bulat Okudžava, Michail Kaplan, Apollon Šucht, Vladimir Višnjakov, Ėduard Kuznecov, Sergej Čudakov, Alisa Gadasina, Alena Basilova, Vladimir Vysockij, Aleksandr Galič, Iosif Brodskij, Andrej Sinjavskij, Julij Daniel', Yurij Stefanov, Vladimir Kovšin, Evgenij Golovin, Artemij Michailov, Sergej Morozov e molti altri.  
 
Venivano lette opere di letterati famosi (Boris Pasternak, Anna Achmatova, Osip Ėmil'evič Mandel'štam ed altri) mostrati quadri che uscivano dai canoni del "realismo socialista", e si ascoltavano le canzoni di cantautori come Bulat Šalvovič Okudžava, Vladimir Semënovič Vysockij, Aleksandr Arkad'evič Galič.  
 
Centinaia di persone accorrevano a ogni incontro; chi vi partecipava respirava un'aria nuova di libertà, in un contesto generale che da decenni risultava prigioniero della menzognera propaganda del regime. Fino ad allora non c'era stato spazio per la libera espressione artistica, in quanto anche l'arte era stata posta sotto l'ombrello dell'ideologia marxista-leninista.  
 
Il luogo venne chiamato in gergo "il Faro", dal russo "Majak", diminutivo del nome della piazza. In breve il regime valutò essere pericolosi questi momenti di libertà e iniziò la repressione: molte delle persone citate in precedenza vennero arrestate.  
«[...] iniziò contro di noi una campagna di calunnie sulla stampa di partito. Quello che non hanno scritto su di noi ... il più delle volte, che siamo parassiti, fannulloni, non lavoriamo da nessuna parte. Quest'ultima cosa a volte corrispondeva formalmente alla realtà, poiché, per ordine del KGB, siamo stati espulsi dagli istituti e non ci è stato permesso di trovare un lavoro da nessuna parte». (Vladimir Bukovskij)  
Il 6 ottobre 1961, Vladimir Osipov, Eduard Kuznetsov, Anatoly Ivanov furono arrestati. Questo giorno può essere considerato la fine del "Majak", ma la scintilla nata in quella piazza accese il fuoco della comunicazione libera, che si "trasferì" sulla carta stampata: nacque così il "Samizdat" (ne parleremo in un prossimo articolo).  
 
Uno dei dati interessanti di questa vicenda è che in origine si trattava di un "risveglio" dell'umano, un accento di verità nell'arte e nella letteratura. Solo più tardi, da questo risveglio, si sviluppò una opposizione politica al regime comunista e si cominciò a parlare di "dissidenti".  
 
 
OK

Valerij Tarsis e Jurij Galanskov

 
Un gruppo di giovani poeti, che si diede la sigla SMOG, iniziò a pubblicare poesie in una rivista del Samizdat dal titolo "Sfinxy", il cui direttore era Valerij Tarsis (1906-1983). Nel 1962 Tarsis fu rinchiuso in manicomio ed il gruppo di giovani poeti uno dopo l'altro arrestati, mandati al lager o in cura psichiatrica.  
 
Tra i partecipanti della prima ora alle riunioni di piazza Majakovskij c'era Jurij Galanskov, autore del poema "Čelovečeskij manifest" (Manifesto umano), uno dei testi che divennero il simbolo degli incontri al "Faro".  
«Abbiamo percepito il "Manifesto umano" come una sinfonia di ribellione, un appello alla disobbedienza». (Vladimir Bukovskij)  
Pubblicò poi una propria rivista clandestina, "Feniks '61", ma la sua attività di giornalista, scrittore e poeta venne interrotta dal suo arresto nel 1967. Morì prigioniero nel 1972.  
 
 
Jurij Galanskov, Manifesto umano  
 
Uscirò sulla piazza  
e conficcherò all’orecchio della città,  
un grido disperato.  
Non voglio più il vostro pane  
impastato di lacrime.  
Cado e m’involo,  
in un delirio,  
in un sogno.  
E sento nascere  
l’umano  
in me.  
Ci siamo abituati a vedere  
passeggiando lungo le vie,  
nei momenti liberi,  
dei volti imbrattati dalla vita, proprio come i vostri.  
Improvvisamente-  
come un rombo di tuono  
e come la venuta di Cristo al mondo,  
insorse  
calpestata e crocifissa  
la bellezza umana.  
Sono io  
che invito alla verità e alla rivolta,  
che non voglio più servire.  
Io spezzo le vostre nere catene  
tessute di menzogna.  
Sono io-  
imprigionato dalla legge,  
che grido il manifesto umano!  
E non importa che il corvo  
mi incida sul marmo del corpo  
una croce.  
 
OK

Vladimir Osipov e Vladimir Bukovskij

 
Vladimir Nikolaevich Osipov (1938 – 2020) fu una voce molto nota nel mondo della dissidenza russa. Iniziò già da studente universitario a mettersi in luce protestando pubblicamente per l'arresto di un suo compagno.  
 
Pubblicò riviste di letteratura quali Veche e Zemlia e fu il primo a diffondere una storia degli incontri di piazza Majakovskij.  
 
Ad uno degli incontri si presentò uno "scrittore alle prime armi", tal "Yatsenko", che risulterà essere un informatore. Vladimir fu dunque denunciato e nel 1961, a soli 23 anni, condannato a 7 anni di campi di lavoro a regime stretto per "propaganda anti-sovietica"; durante questo periodo si convertì al cristianesimo.  
 
Aderì al movimento russofilo, finché non fu nuovamente arrestato nel 1974, con le stesse motivazioni della sentenza precedente.  
 
Tra i protagonisti di piazza Majakovskij ci fu anche Vladimir Bukovskij (1942-2019) che iniziò a frequentarne gli incontri a soli 19 anni. Fu scrittore e attivista per i diritti umani, molto noto in patria e all'estero.  
Spese 12 anni della sua vita in ospedali psichiatrici, campi di lavoro (gulag) e carcere in Unione Sovietica.  
 
Dopo la sua espulsione dall'URSS nel 1976 si occupò principalmente della difesa dei diritti umani.  
 
OK

Iosif Brodskij e Aleksandr Ginzburg

 
Iosif Aleksandrovič Brodskij(1940 – 1996), poeta, saggista e drammaturgo russo fra i maggiori del XX secolo, fu insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1987.  
 
Nel 1964, a 24 anni, Brodskij fu condannato al massimo della pena prevista per il reato di parassitismo: cinque anni di lavori forzati in esilio.  
 
 
Alexandr Ilyich Ginzburg (1936-2002) fu giornalista, poeta e attivista per i diritti umani.  
 
Sua fu una delle prime raccolte letterarie "alternative", raccolte sotto il titolo di "Sintaksis". Sulla copertina era riportato il suo nome e cognome, come gesto aperto di dichiarazione di libertà: egli era consapevole delle conseguenze del suo gesto.  
 
Collaborò con Jurij Galanskov alla rivista Feniks. Fu condannato tre volte ai campi di lavoro tra il 1961 e il 1969 per propaganda anti-sovietica.  
 
Fondò con Aleksandr Solženicyn il fondo per l'aiuto ai prigionieri politici, partecipò alla costituzione del Gruppo Helsinki di Mosca nel 1976, per monitorare le violazioni dei diritti umani rispetto a quanto sottoscritto dal governo sovietico a Helsinki nel 1975.  
 

Qui trovate i pannelli della mostra "I ragazzi di piazza Majakovskij - La poesia alle origini del dissenso in URSS (1958-65)" che mise a tema gli incontri di Piazza Majakovskij al Meeting di Rimini dell'anno 2002
Per chi conosce il russo, qui si trova una vera miniera di notizie su "piazza Majakovskij".  
OK

Manifesto sovietico "La conoscenza spezzerà le catene della schiavitù"

 
2021-02-13
Copyright © 2018 Lampadaaimieipassi.it
mf4web_logow