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Società sostenibile, ma senza di noi
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Il tema della "sostenibilità" si è affacciato alla ribalta della politica mondiale a partire dall'Assemblea Generale dell'ONU del 25 settembre 2015. In tale contesto è stato emanato un programma declinato in 17 obiettivi da raggiungere entro il 2030 per avere un mondo più giusto, più rispettoso dell'ambiente, più attento ai problemi sociali, quali la lotta alla povertà, il miglioramento qualitativo nel campo dell'istruzione, ... insomma un mondo più simile al paradiso terrestre.  
 
Con queste premesse, la lettura dei testi che accompagnano il comune impegno per il raggiungimento degli obiettivi su indicati non può che indurre ad un grande ottimismo.  
 
Se rimuoviamo però lo strato di miele sparso a piene mani su questi testi e iniziamo ad affrontare i temi in modo un poco più ragionato, cominciano ad emergere alcuni elementi critici e altri addirittura inquietanti.  
 
Per citare solo di sfuggita quelli "critici", rileviamo che i cambiamenti che verranno imposti con forza per ottemperare ai programmi stabiliti avranno ripercussioni innanzitutto sull'occupazione, perché solo le aziende "green" potranno contare sul sostegno dei governi e sul finanziamento da parte delle banche; le altre, etichettate come "non sostenibili" sulla base di criteri assolutamente arbitrari, saranno portate a chiudere sotto la spinta di oneri (tassazione più alta) o ostacoli (riduzione dei finanziamenti da parte delle banche).  
 
A supporto di queste politiche imposte con la forza ci sono una serie di proposizioni diventate indiscutibili ... ma che tali non sono per la scienza. I temi del riscaldamento globale di origine antropica, la necessità di ridurre l'anidride carbonica come strumento per contrastare i cambiamenti climatici ecc. ecc. sono dogmi imposti contro ogni evidenza scientifica.  
 
L'obiettivo-slogan è dunque: "emissioni zero"! (di anidride carbonica). Risultato che si potrà ottenere solo eliminando ogni essere vivente dal nostro pianeta, dato che ognuno di noi, respirando, emette CO2.  
 
L'evidenza che emerge è che tutto il programma dell'ONU, fatto proprio dagli organismi sovrannazionali e dai governi degli Stati, muove da un assioma malthusiano: le risorse sono poche e la popolazione aumenta in modo "insostenibile".  
 
Ho già parlato di questo tema in un precedente articolo  
 
Dal Club di Roma (1972) ad oggi il programma non cambia, ma si aggiorna coniando termini sempre più accattivanti. Oggi il "must" è la sostenibilità. Rimane l'idea che per risolvere i problemi del mondo bisogna eliminare l'umanità.  
 
Vediamo in questo video prodotto con il logo dell'ONU quale via ci viene presentata per ottenere il super-obiettivo della sostenibilità ...  
Sì, avete capito bene. Il messaggio, in sintesi, è il seguente: "Se sei una persona anziana, suicidati. Hai già vissuto una vita sufficientemente lunga e soddisfacente. Ora lascia spazio ad altri".  
 
Questo il testo in italiano (la traduzione è mia):
La terra non può più sopportare il numero esorbitante di esseri umani che lo abitano. Qualcosa deve essere fatto. E credo che tocchi a noi, che abbiamo già goduto della vita, assicurare che i nostri figli abbiano l'opportunità di godere della propria. Io ho già goduto della vita. [ ripetuto da diverse persone : "Io ho già vissuto una buona vita" ]  
La pagina finale del video mostra il logo dell'"agenda 21" dell'ONU, ora diventata "agenda 2030". Sottotitolo: Divisione dello sviluppo sostenibile.  

Note

 
La pagina ufficiale dell'ONU sullo sviluppo sostenibile  
 
L'agenda ONU 2030  
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poiché il Signore veglia sul cammino dei giusti, mentre la via dei malvagi va in rovina. (Sal 1,6)  
 
 
2021-03-16
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