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Gesù parla del matrimonio e del divorzio
Dal libro "Il poema dell'Uomo-Dio" di Maria Valtorta  
 
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Gesù parla del divorzio nel matrimonio

 
[ Gesù parla con Valeria, una donna romana ]  
 
E se anche non fossi più la moglie ma la divorziata, ricorda (Gesù si alza in piedi) che la separazione legale non distrugge il dovere della donna di essere fedele al suo giuramento di sposa. Tu vorresti entrare nella religione nostra. Uno dei precetti divini di essa è che la donna è carne della carne dello sposo e che nessuna cosa o persona può separare ciò che Dio ha fatto una carne sola14.  
 
Anche noi abbiamo il divorzio. E' venuto come malvagio frutto della lussuria umana, del peccato di origine, della corruzione degli uomini. Ma non è venuto spontaneamente da Dio15.  
 
Dio non muta la sua parola. E Dio aveva detto, ispirando ad Adamo16, innocente ancora e perciò parlante con intelligenza non offuscata dalla colpa, le parole: che gli sposi, una volta uniti, dovevano essere una carne sola.  
 
La carne non si separa dalla carne altro che per sciagura di morte17 o di malattia.  
 
Il divorzio mosaico, concesso ad evitare peccati atroci, non concede alla donna che una libertà ben meschina. La divorziata è sempre una menomata nel concetto degli uomini, sia che resti tale, sia che passi a seconde nozze18.  
 
Nel giudizio di Dio, poi, è un'infelice se diviene divorziata per malanimo dello sposo e resta divorziata; ma non è che una peccatrice, un'adultera se lo diviene per turpi colpe proprie e si risposa.  
 
Ma tu volendo entrare nella nostra religione, lo fai per seguire Me. E allora Io, Verbo di Dio, essendo venuto il tempo della perfetta religione19, ti dico ciò che dico a molti.  
 
Non è lecito all'uomo di separare ciò che Dio ha unito, ed è adultero sempre colui, o colei, che avendo il coniuge vivente passa ad altre nozze20.  
 
Il divorzio è prostituzione legale, mettendo in condizione uomo e donna di commettere peccati di lussuria. La donna divorziata difficilmente resta vedova di un vivo, e vedova fedele.  
 
L'uomo divorziato non resta mai fedele al primo coniugio. Tanto l'uno che l'altra, passando ad altre unioni, scendono dal livello di uomini a quello di bruti, ai quali è concesso cambiare femmina ad ogni appello di senso.  
 
La fornicazione legale, pericolosa alla famiglia e alla Patria, è delittuosa verso gli innocenti. I figli dei divorziati devono giudicare i genitori. Severo giudizio quello dei figli! Almeno uno dei genitori viene condannato dai figli. Ed i figli vengono, dall'egoismo dei genitori, condannati ad una vita affettiva mutilata.  
 
Che se poi alle conseguenze famigliari del divorzio, che priva del padre o della madre i figli innocenti, si unisce il nuovo matrimonio del coniuge al quale sono stati affidati i figli, alla condanna di una vita affettiva mutilata di un membro, si unisce l'altra mutilazione: quella della perdita, più o meno totale, dell'affetto dell'altro membro, diviso, o totalmente assorbito, dal nuovo amore e dai figli del nuovo coniugio.  
 
Parlare di nozze, di matrimonio in caso di novella unione di un divorziato o di una divorziata, è profanare il significato e la cosa che è il matrimonio. Solo la morte di uno dei coniugi e la vedovanza consecutiva dell'altro può giustificare le seconde nozze.  
 
Per quanto Io giudichi che sarebbe cosa migliore chinare il capo al verdetto sempre giusto di chi regola i destini degli uomini, e chiudersi in castità quando la morte ha messo fine allo stato matrimoniale, dedicandosi tutta ai figli e amando il coniuge passato all'altra vita nelle sue creature. Amore spogliato da ogni materialità, santo e verace21  
 
Poveri figli! Conoscere dopo la morte o il crollo del focolare, la durezza di un secondo padre o di una seconda madre e l'angoscia di vedere le carezze divise con altri figli che fratelli non sono!  
 
No. Nella mia religione non sarà il divorzio. E adultero e peccatore sarà colui che contrarrà divorzio civile per contrarre nuova unione22.  
 
La legge umana non muterà il mio decreto. Il matrimonio nella religione mia non sarà più un contratto civile, una promessa morale, fatta e sancita alla presenza di testimoni a questo preposti. Ma sarà un indissolubile legame ribadito, saldato e santificato dal potere santificante che Io darò ad esso, divenuto Sacramento.  
 
Per farti comprendere: rito sacro. Potere che sarà di aiuto a praticare santamente tutti i doveri matrimoniali, ma che sarà anche sentenza di indissolubilità del vincolo23.  
 
Sino ad ora il matrimonio è un mutuo contratto naturale e morale fra due di sesso diverso. Da quando sarà la mia legge, esso sarà esteso all'anima dei coniugi24.  
 
Diverrà perciò anche contratto spirituale sancito da Dio attraverso ai suoi ministri25. Ora tu sai che nulla è superiore a Dio. Perciò ciò che Egli avrà unito nessuna autorità, legge o capriccio umano potrà più sciogliere26.  
 
Il “dove tu, Caio, io Caia” del vostro rito, si perpetua nell'al di là nel nostro, nel mio rito, perché la morte non è fine, ma separazione temporanea dello sposo dalla sposa, e il dovere d'amare dura anche oltre la morte. Per questo dico che vorrei castità nei vedovi27.  
 
Ma l'uomo non sa essere casto28. E anche perciò dico che i coniugi hanno il dovere reciproco di migliorare l'altro coniuge. Non crollare il capo. Tale è il dovere, e il dovere va fatto se si vuole veramente seguire Me».  
 
Dal libro "Il poema dell'Uomo-Dio" di Maria Valtorta p. 1756-1758  
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Note

 
10 Sul matrimonio si vedano i riferimenti contenuti nei seguenti brani della Sacra Scrittura:  
 
Genesi 1, 26-31 (divina creazione, dignità, benedizione, missione, poteri dell'uomo e della donna);  
Genesi 2, 7 (formazione divina dell'uomo);  
Genesi 2, 18-25 (scopo, divina formazione della donna, divina istituzione del matrimonio anche per bocca di Adamo innocente, ispirato da Dio);  
Genesi 3 (peccato dei progenitori; divina punizione inflitta all'uomo e alla donna);  
Genesi 8, 15  
Genesi 9, 1 (rinnovata benedizione e riproclamata missione del matrimonio);  
Genesi 11-25 (esempio di Sara, moglie di Abramo);  
Genesi 24-29 (Rebecca moglie di Isacco);  
Genesi 29-35 (Rachele di Giacobbe);  
Genesi 41-46 (Aseneth di Giuseppe patriarca);  
Esodo 2-4, 18 (Sefora di Mosè);  
Deuteronomio 24, 1-4 (ripudio mosaico);  
Giudici 4-5 (Debora di Lapidoth, profetessa);  
1°Re 1-2 (Anna di Elcana, profetessa);  
4° Re 22, 14 (Olda di Sellum, profetessa);  
Tobia 3-12 (Sara di Tobia);  
Giuditta 8-16 (Giuditta di Manasse);  
Ester 2-16;  
Luca 1 (Zaccaria ed Elisabetta);  
Matteo 1-2; Luca 1-2 (Giuseppe e Maria Vergine);  
Matteo 5, 31-32; 19, 1-11;  
Marco 10, 1-12; Luca 16, 18 (indissolubilità del matrimonio, riportato allo splendore della primitiva origine divina; abolizione del ripudio mosaico);  
Giovanni 2, 1-12 (presenza di Gesù, che consacra le nozze e le benedice anche materialmente);  
Romani 7 1-3 (indissolubilità del matrimonio, fino alla morte),  
1a Corinti 7 (matrimonio, celibato, verginità, vedovanza); 11, 2-16 (sudditanza dell'uomo a Cristo, e della donna all'uomo);  
Efesini 5, 21-33 (sul modello di Cristo e della Chiesa, come di capo a corpo o membra, sudditanza della sposa allo sposo, e amore scambievole);  
Colossesi 3, 18-19 (sudditanza della donna all'uomo, e amore scambievole);  
1a Timoteo 5, 1-16 (vedove: le anziane sceglierle per la cooperazione all'apostolato, le giovani invitarle a risposarsi);  
1a Pietro 3, 1-7 (santità delle spose, sottomissione e apostolato verso i mariti; comprensione e onore di questi verso di esse).  
Per l'unione dello sposo e della sposa in quanto è, e deve essere, l'immagine delle relazioni di Dio verso l'umanità, di Cristo verso la Chiesa, vedi: Cantico dei Cantici, Osea, Efesini 5, 21-33  
 
14 vedi- precedente nota 10, e, in particolare: Genesi 2. 18-25; Matteo 19, 1-11: Marco 10, 1-12; Luca 16, 18; Romani 7, 1-3; 1a Corinti 7  
 
15 vedi- precedente nota 10; e, in particolare- Deuteronomio 24, 1-4; Matteo 19, 1-11  
 
16 «...Dio ... ispirando ad Adamo ... le parole...» Che sia stato Iddio ad «ispirare» ad Adamo le parole riferite in: Genesi 2, 23-24, alle quali qui si allude, lo afferma anche la Glossa interlinearis: «In ecstasi, prophetiae spiritu mtellexit, costam sibi esse subductam, et mulierem formatam». E si noti che la Glossa interlinearis (o Commento biblico brevissimo, tra le linee del testo sacro), come la Glossa ordinaria (Commento biblico più ampio, collocato intorno o in margine al sacro testo), anche se risalgono soltanto al secolo XI o XII, dipendono tuttavia da antichi Santi Padri (Ambrogio, Girolamo, Agostino, Giovanni Crisostomo, Gregorio, Isidoro ecc.) o da assai antichi Scrittori ecclesiastici (Strabone, Rabano, Ruperto ecc.). Per il brano sopra riferito in latino, vedi: Biblici Sacra curn Glossa Ordinaria (contiene però anche la interlinearis'). Antuerpiae, apud Joannem Meursium, 1634, tra le colonne 83-84. Tale Glossa (intendendo con questo solo appellativo sia la interlinearis che la marginalis o ordinaria) esercitò un grande influsso sui teologi medievali anche più illustri (Alberto Magno, Tommaso, Bonaventura, Scoto, ecc.), per l'autorità di cui godeva e l'utilizzazione che ne fecero  
 
17 vedi: precedente nota 10; e, in particolare: Romani 7, 1-3; 1a Corinti 1, 39  
 
18 come la precedente nota 15  
 
19 Nel senso di: Matteo 5, 17-48; Romani 3, 31; 10, 4; Galati 3, 23-25  
 
20 vedi: precedente nota 10; e, in particolare: Matteo 19, 1-11; Romani  
 
21 vedi: Romani 7, 1-3; 1a Corinti 7, 39-40  
 
22 vedi: Matteo 5, 31-32; 19, 1-11; Marco 10, 1-12;Luca 16, 18; Romani 7, 1-3; 1a Corinti 7, 10-11  
 
23 Oltre a molti dei testi biblici ricordati nella nota 10, vedi tutti i Sacri Riti del matrimonio secondo la Liturgia sia bizantina che romana e ambrosiana  
 
24 Sentenza teologicamente esatta, dottrinalmente profonda, letterariamente limpida, alla quale ben poco si riflette nella vita e nell'insegnamento. Il Matrimonio cristiano non riguarda perciò soltanto i corpi, ma si estende agli animi ed allo spirito: è ordinato da Dio e dalla sua Chiesa a fondere, sotto ogni punto di vista (spirituale, psichico, fisico) l'uomo e la donna. La donna, quindi, non è soltanto sottomessa all'uomo, ma anche fusa all'uomo. Tale è l'ideale e il programma cristiano, altissimo, ma realizzabile in chi -in virtù dell'Amore divino, santificante e corroborante, accolto ed invocato, e della propria costante e indomabile industria- lo vuole realizzare  
 
25 come la precedente nota 23  
 
26 vedi: Matteo 19, 6  
 
27 vedi 1a Corinti 7, 8-9, 39-40: 1a Timoteo 5. 3-16  
 
28 vedi: 1a Corinti 7. 9, 40  
 
2022-11-16
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