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L'impronta di carbonio : come ci vogliono rendere schiavi
Dagli organismi internazionali ai politici e ai mass-media si leva una voce univoca
Cercando le parole "carbon footprint" in internet, con l'aiuto di un motore di ricerca, si trova tutto. Di che cosa si tratta? E' l'ultima frontiera del controllo sociale, una trappola che ci stanno preparando da molti anni e che, dopo averla "testata" durante la "pandemia" di Covid-19 sono ora pronti a mettere in opera su scala globale.
Ma per poter capire la natura della trappola, occorre fare un passo indietro e seguire il percorso fatto per condurci fin qui.
Innanzitutto hanno dovuto - con martellamento mediatico instancabile - convincerci che l'anidride carbonica, uno degli elementi di base che si trova in natura e senza il quale non ci sarebbe la vita, improvvisamente sia diventato un inquinante.
In una fase intermedia la parola-chiave ripetuta ossessivamente era "riscaldamento globale", ma poi è stata abbandonata in quanto la temperatura è misurabile e quindi le bugie sul riscaldamento erano facilmente confutabili. Meglio parlare di "cambiamenti climatici" in quanto non c'è nulla di più variabile del clima.
Ora abbiamo dovuto convincerci che i cambiamenti climatici, che ci sono sempre stati sia prima che dopo la comparsa dell'uomo sulla terra, siano diventati un fenomeno drammatico, da combattere con tutte le nostre forze per evitare immani catastrofi.
Che poi le previsioni catastrofiste siano state tutte smentite dai fatti ... beh, si può sempre contare sull'attitudine delle persone a dimenticare in fretta. Secondo tali predizioni i ghiacci della calotta polare avrebbero dovuto sciogliersi totalmente già quasi vent'anni fa (si veda qui e qui).
Infine ci hanno instillato nella mente, grazie ad un lavorìo continuo dei mass-media, l'idea che questi cambiamenti climatici siano antropogenici, cioè causati dall'uomo.
Nulla di scientificamente provato, (come riportato in un articolo pubblicato qui) ma ciò non impedirà di costruire intorno a queste idee false la più crudele delle gabbie in cui imprigionarci.
Ne abbiamo già fatto esperienza con il "green pass": il fatto che il vaccino Covid-19 non impedisse il contagio e quindi rendesse inutile l'infame tessera verde, non impedì la sua adozione con tutte le annesse restrizioni alle libertà personali.
Il ruolo dei politici
Arruolati nella compagine che a livello mondiale spinge per il Grande Reset dell'economia, i politici sono proni ai programmi di de-industrializzazione forzata promossi dagli organismi internazionali.
Tra le iniziative politiche già avviate o in via di attuazione, citiamo la "carbon tax", ovvero una tassa commisurata alla produzione di anidride carbonica, il mercato sulle quote di emissione di carbonio, la decisione di azzerare la produzione di autoveicoli con motori a benzina e diesel a partire dal 2035 (piano della Commissione Europea denominato "Fit For 55"), la direttiva dell'UE per stabilire i criteri minimi che le case dovranno soddisfare entro l'anno 2030 in termini di classe energetica, ecc.
Formalmente l'Unione Europea non ha ancora stabilito il divieto di vendere o affittare le case che non soddisfano i requisiti "ecologicamente corretti" ... ma è solo questione di tempo, per dare la possibilità alla finestra di Overton di aprirsi ancora un po'.(vedi qui).
Anche la vaccinazione Covid-19 non doveva essere obbligatoria (vedi qui), ma sappiamo come andò a finire.
Una volta che sia fatta passare l'idea che l'anidride carbonica sia un inquinante, il passo è breve per considerare l'uomo che respira (e quindi emette CO2) un nemico dell'ambiente.
Dal World Economic Forum al G20
Per attuare un meccanismo di costrizione sulle persone occorreva uno strumento che coniugasse le informazioni (sull'avvenuta vaccinazione, sui conti correnti bancari, sull'impronta di carbonio) con una piattaforma digitale operante a livello globale.
A Bill Gates e Klaus Schwab si deve il lancio del progetto ID2020 per una identità digitale che copra tutta la popolazione mondiale (vedi qui).
Al termine del recente incontro del G20 svoltosi a Bali in Indonesia il 15-16 novembre 2022, al quale hanno partecipato anche Klaus Schwab e Bill Gates (a quale titolo?), è stato pubblicato un documento finale di cui riportiamo solo poche frasi:
Dal punto 23.:
Riconosciamo l'importanza di standard tecnici e metodi di verifica condivisi, nel quadro dell'IHR (2005) [ndt: International Health Regulations ovvero Regolamento Sanitario Internazionale dell'OMS, terza edizione], per facilitare viaggi internazionali senza soluzione di continuità, interoperabilità e riconoscimento di soluzioni digitali e soluzioni non digitali, inclusa la prova delle vaccinazioni. Sosteniamo il continuo dialogo internazionale e la collaborazione sulla creazione di reti sanitarie digitali globali affidabili come parte degli sforzi per rafforzare la prevenzione e la risposta alle future pandemie, che dovrebbero capitalizzare e basarsi sul successo degli standard esistenti e dei certificati digitali COVID-19.
Dal punto 24.:
La pandemia di COVID-19 ha accelerato la trasformazione dell'ecosistema digitale e dell'economia digitale. Riconosciamo l'importanza della trasformazione digitale per raggiungere gli SDG [ndt: Sustainable Development Goals, Obiettivi di Sviluppo Sostenibile].
Riconosciamo che la connettività digitale accessibile e di alta qualità è essenziale per l'inclusione digitale e la trasformazione digitale, mentre un ambiente online resiliente, sicuro e protetto è necessario per rafforzare la fiducia nell'economia digitale. Riconosciamo l'importanza delle politiche per creare un'economia digitale abilitante, inclusiva, aperta, equa e non discriminatoria che promuova l'applicazione di nuove tecnologie, consenta alle imprese e agli imprenditori di prosperare e protegga e responsabilizzi i consumatori, affrontando al contempo le sfide relative a digital divide, privacy, protezione dei dati, diritti di proprietà intellettuale e sicurezza online. Riconosciamo l'importanza di contrastare le campagne di disinformazione, le minacce informatiche, gli abusi online e garantire la sicurezza nell'infrastruttura di connettività. Rimaniamo impegnati a consentire ulteriormente il libero flusso di dati con fiducia e promuovere i flussi di dati transfrontalieri. Promuoveremo una trasformazione digitale più inclusiva, incentrata sull'uomo, potenziante e sostenibile. Riaffermiamo inoltre il ruolo dei dati per lo sviluppo, la crescita economica e il benessere sociale.
Cliccare qui per visualizzare la Dichiarazione completa del G20 a Bali in Indonesia il 15-16 novembre 2022
Il ruolo delle banche
Dal sito Renovatio21 apprendiamo (qui) che una banca australiana, la Commonwealth Bank (CBA), ha stretto una partnership con CoGo, una società di «soluzioni di gestione del carbonio»
«Combinando i nostri ricchi dati sui clienti e la capacità leader del settore di CoGo nella misurazione delle emissioni di carbonio, saremo in grado di fornire maggiore trasparenza ai clienti in modo che possano adottare misure attuabili per ridurre il loro impatto ambientale», ha affermato Angus Sullivan, dirigente di CommBank Group in un dichiarazione.
La banca ha promesso di affinare il calcolo fino a mostrare la quantità di CO2 di cui sono responsabili gli acquisti individuali.
Sebbene inizialmente presentati come un modo pratico per qualcuno di tenere traccia delle proprie abitudini di consumo e del presunto impatto che hanno sull’ambiente, alcuni temono che un giorno tali schemi possano diventare obbligatori e porre limiti agli acquisti dei clienti che superano la loro «indennità di carbonio».
Si tratta, in pratica, del nuovo green pass, quello per l’emergenza ambientale. Ed esso, stavolta, andrà a pescarvi direttamente nelle tasche, e a inibirvi ulteriori libertà fondamentali, come quelle di acquistare quel che si vuole (per esempio, una bistecca invece che una busta di farina di grillo).
Abbiamo imparato il funzionamento di questa ingegneria sociale dal COVID, una volta accettata l’esistenza dell’emergenza, ogni limitazione, sia pur apertamente incostituzionale, diviene legittima. Di qui l’implementazione di una meccanica «premiale» per i vostri comportamenti, in modo completamente sganciato da diritti e leggi precedenti.
E' ancora il sito di Renovatio21 che ci informa (qui) che la banca canadese Vancity ha lanciato una carta di credito che tiene traccia della cosiddetta «impronta carbonica» di un cliente, monitorando i suoi acquisti.
Nel corso di una conversazione a margine della conferenza sul clima COP27 (Sharm El-Sheikh 2022), Michael Sheren, ex consigliere della Banca d'Inghilterra si è così espresso:
"Il carbonio si sta muovendo molto rapidamente verso un sistema in cui sarà molto vicino a una valuta" (qui e qui).
La società fintech svedese Doconomy ha lanciato la prima carta di credito al mondo che monitora gli acquisti in base alle emissioni di carbonio e pone un limite alla spesa in base all'impatto di un utente sul clima.
La carta di Doconomy, Do Black, è stata creata in collaborazione con Mastercard e mira a sostenere la Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) per incoraggiare l'azione globale per il clima. Entro il 2030, vuole dimezzare le emissioni di carbonio.
In che modo Doconomy aiuterà le persone a raggiungere questo obiettivo? Impostando limiti mensili di CO2, garantendo che la tua impronta di carbonio sia ridotta del 50%, negherà letteralmente ai titolari di carta di spendere una volta esaurita la loro indennità. (Ogni acquisto ha un'impronta di carbonio allegata, che viene visualizzata sull'app Doconomy.)
(vedi qui)
A maggio 2022 al World Economic Forum intervenne J. Michael Evans, presidente del Gruppo Alibaba (una delle piattaforme per gli acquisti più grandi al mondo).
Ecco che cosa disse:
"We're developing through technology an ability for consumers to measure their own carbon footprint. What does that mean? That's, where are they traveling? How are they traveling? What are they eating? What are they consuming on the platform? So, individual carbon footprint tracker. Stay tuned. We don't have it operational yet. But this is something that we're working on".
"Stiamo sviluppando attraverso la tecnologia una capacità per i consumatori di misurare la loro impronta di carbonio. Cosa significa? Cioè, dove stanno viaggiando? Come stanno viaggiando? Cosa stanno mangiando? Cosa stanno consumando sulla piattaforma? Quindi, monitoraggio individuale dell'impronta di carbonio. Restate sintonizzati. Non è ancora operativo. Ma è qualcosa su cui stiamo lavorando".
Anche Elon Musk, uno degli uomini più ricchi del pianeta, in una intervista con Joe Rogan sostenne l'idea di introdurre un prezzo da pagare per il CO2 che produciamo. Deduco che dovremo allenarci a respirare di meno. Oppure per nulla.
I ricchi potranno pagare il prezzo, continuando a viaggiare in Jet privato, mentre il comune cittadino non potrà scaldarsi con una stufa a legna se non potrà pagarne la tassa dovuta.
Volete un assaggio della "neo-lingua" che ci convincerà ad essere responsabili verso l'ambiente e a ridurre la nostra "carbon footprint", la quantità di CO2 che produciamo in media ogni anno? Qui sotto il video promozionale di E.ON Italia.
Video di E.ON Italia
Da diversi anni hanno iniziato a promuovere una alimentazione più sostenibile per l'ambiente, diminuendo il consumo di carne a favore di cibo a base di insetti (vedi qui). Pensate che ci lasceranno liberi di aderire o meno a questo programma alimentare? Non illudiamoci. Le manifestazioni degli allevatori olandesi, costretti ad abbattere i loro capi di bestiame per ottemperare ai limiti di sostenibilità ambientale sono un chiaro segnale del futuro che ci aspetta (vedi qui e qui).
Misceliamo gli ingredienti
Per ottenere lo scopo di instaurare un totalitarismo compiuto, gli ingredienti da miscelare sono tutti pronti:
Un sistema digitale centralizzato, "green pass", per assegnare o revocare il diritto di accesso a luoghi, ai trasporti, alla spesa o al lavoro
Un sistema di calcolo della produzione di carbonio per effetto delle nostre scelte di vita non in linea con i desideri del potere
L'abolizione del contante per impedire al cittadino di comprare quello che desidera, fuori dal controllo delle piattaforme digitali di pagamento
Vi siete chiesti perché al certificato digitale di avvenuta vaccinazione sia stato dato il nome di "green"? Ora avete la risposta: era già stabilito che servisse per la fase successiva, post-pandemica.
Aggiornamento
Grazie alla fonte di informazione alternativa "Dissociati Liberi" propongo qui sotto un video ben documentato, che mostra ulteriori dettagli sul tema trattato. Le fonti sono tutte di organizzazioni ufficiali e verificabili.