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La beata Alexandrina Maria Da Costa
Un carisma per la riscoperta del valore infinito dell'Eucarestia  
 
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La beata Alexandrina Maria Da Costa

 
Ci sono vicende umane talmente permeate dal Mistero che fa tutte le cose, da diventare trasparenza del piano di Dio per l'epoca in cui si collocano. Non può non interrogarci la frequenza con cui, negli ultimi cento anni, Dio abbia voluto suscitare carismi così straordinari e spesso segnati dalla sofferenza.  
 
La risposta di Dio ad un mondo che lo rinnega e si dà al male in tutte le forme, è la Croce di Gesù, ultima ancora di salvezza offerta all'umanità. C'è un prezzo da pagare per il peccato: siamo stati riscattati a caro prezzo! Questo messaggio ci viene offerto da Gesù, ma anche dagli uomini e le donne che si sono offerti per collaborare all'opera della Redenzione. In essi si compiono le parole dell'apostolo Paolo: «Perciò sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne quello che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che è la Chiesa». (Col 1,24)  
 
Se pensiamo all'esistenza di Teresa Neumann (1898-1962), Marta Robin (1902-1981), Dolindo Ruotolo (1882-1970), Padre Pio (1887-1968), notiamo carismi simili (bilocazione, nutrimento esclusivo con l'eucarestia, capacità di leggere le anime, veggenza, profezia) dentro una cornice di dolore e di immedesimazione a Cristo crocifisso, fino ad avere nel corpo le stesse ferite del Salvatore, le stigmate. Oggi aggiungiamo a questo elenco molto parziale il nome di un'altra anima beata che ci ha lasciato nel 1955, dunque loro contemporanea: Alexandrina Maria da Costa (3 marzo 1904 - 13 ottobre 1955), un'umile contadina che nacque, visse e morì a Balasar, un piccolo paese a pochi chilometri da Fatima, in Portogallo. Un giorno, quando aveva quattordici anni, per sfuggire ad un tentativo di violenza da parte di uomini introdottisi in casa sua, saltò dalla finestra, da un'altezza di 4 metri e riportò traumi che la portarono alla paralisi, costringendola a letto per trent'anni.  
 
Nella sua vita i fenomeni mistici iniziarono nel 1934, quando Gesù le fece percepire la sua voce. Egli la invitava a vivere la sua passione e a consacrarsi tutta a Lui. Dal 1938, fino alla sua morte, Alexandrina visse la passione di Gesù, ed in queste sue sofferenze si trovò molto vicina al cuore di Maria, la donna dei sette dolori. Le stigmate, secondo quanto lei stessa chiese a Gesù, rimasero invisibili esteriormente.  
 
Si offrì dunque come vittima a Cristo "per la Consacrazione del mondo al Cuore di Maria": «Non ho altro fine che dare gloria a Dio e salvargli anime». Per quattro anni (1938-42), rivisse la passione di Cristo tutti i venerdì per tre ore.  
 
Conosciamo le sue esperienze mistiche grazie a quanto da lei scritto nell'opera "Sentimentos de alma", che scrisse e affidò al suo confessore e padre spirituale di quegli anni, il salesiano Don Umberto Pasquale. Conosciamo le parole che la Vergine le rivolse durante un'apparizione avvenuta il 2 settembre del 1949:  
«Il mondo agonizza e muore nel peccato. Voglio orazione, voglio penitenza. Avvolgi in questa mia corona del Rosario coloro che ami e tutto il mondo».  
Il 30 luglio 1935 Gesù le apparve. Questo il suo racconto: "Dopo la Comunione sentii una grande unione con Gesù. Qualche momento dopo udii che mi chiamava dicendomi:  
«Mia figlia, Mia cara regina, ti ho elevata a sposa del Re Sacramentato. Continua la tua breve missione. Finché vivi prega per i ciechi, per i poveri peccatori. Ne hai ancora molti da condurre sui Miei sentieri. Io sono il Cammino, la Verità e la Vita. Conducili perché Io sia amato.  
Non lasciarmi solo nei Miei Tabernacoli, neppure un momento. Io aspetto anime che Mi amino come tu Mi ami, ma non ne ho. Sono tanto dimenticato! Anzi, sono tanto offeso! Abbi pietà del tuo Gesù. Guarisci con la tua riparazione questa lebbra tanto contaminatrice. Scrivi al tuo Padre Spirituale che, in prova dell'amore che hai verso la Mia Madre Santissima, voglio che si faccia ogni anno un Atto di Consacrazione del mondo intero in uno dei giorni da te scelti (Assunzione, Candelora, Annunciazione) chiedendo a questa Vergine senza macchia di peccato di confondere gli impuri, affinché cambino strada e non Mi offendano. Come ho chiesto a Santa Margherita Maria Alacoque che il mondo sia consacrato al Mio divin Cuore, così chiedo a te che sia consacrato a Lei con una festa solenne».
 
In una lettera di Alexandrina datata il giorno 10 settembre 1936, sono riportate queste altre parole di Gesù:
«Dì al tuo Direttore che questo flagello [la guerra civile spagnola] è un castigo, è l'ira di Dio. Castigo per richiamare: voglio salvare tutti! Sono morto per tutti. Non voglio essere offeso e lo sono tanto; nella Spagna e in tutto il mondo. Il grande il pericolo è che si estendano ovunque questi atti di barbarie. E ora ti dirò come sarà fatta la Consacrazione del mondo alla Madre degli uomini e Madre Mia Santissima: prima a Roma dal Santo Padre, poi dai Sacerdoti in tutte le Chiese; sarà invocata come Regina del Cielo e della terra, Signora della vittoria. Se il mondo si convertirà e cambierà strada, Ella regnerà e, per mezzo Suo, si otterrà la vittoria».  
 
Letta questa lettera, padre Mariano Pinho decise di farsi promotore della richiesta di Gesù scrivendo al Cardinale Pacelli, allora Segretario di Stato. La Santa Sede inviò un sacerdote a Balasar per esaminare il "caso" e interrogare l'ammalata. Alla relazione del messo vaticano, il Provinciale dei Gesuiti aggiunse una postilla in cui diceva: "Non si può dubitare della sincerità e della virtù della ragazza. Ma poiché non presenta nessun segno col quale si possa esternamente provare l'origine divina di quelle locuzioni che la medesima afferma di avere, rimane sempre la possibilità di qualche illusione".  
 
Dunque veniva chiesto un segno esterno per comprovare l'origine soprannaturale della richiesta di Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, e Gesù diede questo segno: dall'ottobre 1938 le sofferenze di Alexandrina, collegate con la Passione del Signore, divennero visibili e anche molto impressionanti per tutti coloro che vi assistevano, ogni venerdì. Gesù confermò alla veggente:  
«È questo il segno che Io dò perché il Santo Padre creda essere Mia Volontà che si consacri il mondo al Cuore Immacolato della Madre Mia».  
L'espressione di questa volontà del Signore fu udita anche da Monsignor Vilar, incaricato dalla Santa Sede, mentre a sua volta visitava Alexandrina:  
«Vogliono prove? Eccole. E sono ormai tante. Tu soffrirai questo fino a che il Santo Padre consacrerà il mondo alla Madre Mia benedetta!».  
 
Il 20 gennaio 1939 Gesù disse ancora ad Alexandrina:
«Il mondo è sospeso ad un filo fragilissimo. Il Santo Padre si decida a consacrarlo alla Vergine o verrà il castigo. L'Immacolata ha la medicina per tutto. Ma fino a che non avverrà la Consacrazione, crocefiggerò la Mia Alexandrina».  
 
Il 20 marzo 1939, poco dopo l’elezione del nuovo Pontefice, Pio XII, Gesù aveva detto ad Alexandrina: «Sarà questo Papa che consacrerà il mondo al Cuore della Mia Madre benedetta».  
 
La Consacrazione tardava ad arrivare e così il mondo piombò nella seconda guerra mondiale. Alexandrina ebbe i segni visibili della Passione fino al 27 marzo 1942. Finalmente Papa Pio XII, aderendo alla supplica dell’Episcopato portoghese, nel 25° anniversario delle apparizioni della Madonna a Fatima, il 31 ottobre 1942, consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria.  
 
Nelle parole che Gesù rivolse ad Alexandrina da Costa, c'è tutta la gioia per essere stato esaudito:  
«Il cuore del Papa, cuore d’oro, ha deciso di consacrare il mondo al Cuore di Maria! … Che fortuna, che gioia per il mondo di essere consacrato, di appartenere come mai prima alla Madre di Gesù; apparterrà tutto al Cuore di Maria». (22 maggio 1942)  
 
«Ave Maria, Madre di Gesù! Onore, gloria e trionfo al Suo Cuore Immacolato! Ave Maria, Madre dell’universo! Chi non vorrà appartenere alla Madre di Gesù, Signora della vittoria? Il mondo sarà consacrato al Suo Cuore Santissimo!».
 
 
Gesù il 1 ottobre 1954 disse ancora ad Alexandrina:
«Come per mezzo tuo fu consacrato il mondo alla Mia Madre benedetta, fa’, sposa amata, che si accenda in tutti i cuori l’amore ai nostri Cuori».  
 
 
Morì a Balasar il 13 ottobre 1955 dove ora è sepolta. La sua beatificazione, avvenuta il 25 aprile 2004, si deve a Papa Giovanni Paolo II.  
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Alexandrina e l'eucarestia

 
 
A partire dal 1942 fino alla sua morte (13 anni e 7 mesi), Alexandrina non ingerì alcuna bevanda né alimento ad eccezione della Comunione quotidiana. È Gesù stesso a spiegare, nel 1954, il perché di questo dono speciale:
«…Faccio che tu viva solo di Me, per provare al mondo ciò che vale l’Eucaristia, e ciò che è la mia vita nelle anime: luce e salvezza per l’umanità».  
 
Il tema dell'eucarestia è centrale nella missione che Gesù le affidò già dal 1934:
«… venga ben predicata e ben propagata la devozione ai Tabernacoli, perché per giorni e giorni le anime non Mi visitano, non Mi amano, non riparano… Non credono che Io abito là. Voglio che si accenda nelle anime la devozione verso queste prigioni d’Amore… Sono tanti coloro che, pur entrando nelle Chiese, neppure Mi salutano e non si soffermano un momento ad adorarMi. Io vorrei molte guardie fedeli, prostrate davanti ai Tabernacoli, per non lasciarvi accadere tanti e tanti crimini».  
 
Questa è la promessa che Gesù fece il 25 febbraio 1949:  
«Mia figlia, fa’ che io sia amato, consolato e riparato nella mia Eucarestia. Dì in mio nome che a quanti faranno bene la Santa Comunione, con sincera umiltà, fervore e amore per i primi 6 giovedì consecutivi e passeranno un’ora di Adorazione davanti al Mio Tabernacolo in intima unione con Me, prometto il cielo.  
 
Dì che onorino attraverso l’eucaristia le Mie Sante Piaghe, onorando per prima quella della Mia sacra spalla, così poco ricordata.  
 
Chi al ricordo delle Mie Piaghe unirà quello dei dolori della Mia Madre benedetta e per loro Ci chiederà grazie spirituali o corporali, ha la Mia promessa che saranno accordate, a meno che non siano di danno per la loro anima.  
Nel momento della loro morte condurrò con Me la Mia Santissima Madre per difenderli».
 
 
«Parla dell’Eucaristia, prova dell’Amore infinito: è l’alimento delle anime. Dì alle anime che Mi amano, che vivano unite a Me durante il loro lavoro; nelle loro case, sia di giorno che di notte, si inginocchino sovente in spirito, e a capo chino dicano:  
Gesù, vi adoro in ogni luogo  
dove abitate Sacramentato;  
Vi faccio compagnia per coloro che Vi disprezzano,  
Vi amo per coloro che non Vi amano,  
Vi dò sollievo per coloro che Vi offendono.  
Gesù, venite al mio cuore!
 
 
Questi momenti saranno per Me di grande gioia e consolazione. Quali crimini si commettono contro di Me nella Eucaristia!»
 
 
Queste invece sono quelle che rivolse la Vergine in prossimità della morte della veggente:  
«…Parla alle anime! Parla dell’Eucaristia! Parla loro del Rosario! Che si alimentino della carne di Cristo, della preghiera e del Mio Rosario ogni giorno!».  
 
Il 6 maggio del 1955, la Madonna le preannunciò: «Tra poco vengo a prenderti», ed il 13 ottobre dello stesso anno Alexandrina raggiunse il Cielo.  
«Sono felice perché oggi vado in Cielo!» andava ripetendo fin dal mattino ed alle 8 di sera baciò per l'ultima volta il suo Crocifisso. «Desidero essere sepolta, se sarà possibile, con il viso rivolto verso il Tabernacolo della nostra Chiesa. Come in vita desiderai sempre unirmi a Gesù Sacramentato e guardare quanto più spesso mi fosse possibile il mio Tabernacolo, voglio, dopo la mia morte, continuare a vegliarlo mantenendomi rivolta verso di Esso. So che con gli occhi del mio corpo non vedrò più Gesù, ma voglio essere collocata in quella posizione per dimostrargli l'amore che nutro per la Divina Eucaristia».  
 
Dio ascoltò anche questa sua richiesta e la realizzò: dal 1978, infatti, il corpo di Alexandrina riposa nella Chiesa Parrocchiale di Balasar, accanto al Tabernacolo.  
 
È in progetto un santuario dedicato all'eucarestia nel luogo dove visse Alexandrina: vedi qui.  
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La chiesa parrocchiale di Balazar ©1

Da La voce cattolica: intervista di Renzo Allegri al salesiano Padre Pasquale Liberatore, Postulatore della Causa di beatificazione  
 
Padre Pasquale, qual è, secondo lei, la caratteristica più propria della spiritualità di Alexandrina?  
 
“Mi piace che mi ponga questa domanda. E’ come voler andare subito al cuore di questa esistenza benedetta: Alexandrina è una “crocifissa”. A 21 anni si è messa a letto e ci è rimasta per 30 anni, ininterrottamente fino alla morte. Dall’ottobre 1938 al marzo 1942, e cioè per tre anni e mezzo visse, anche visibilmente, la Passione di Cristo. Il fenomeno, che si ripeté ogni settimana per 182 volte, durava dal giovedì al venerdì”.  
 
Può descriverlo?  
 
“Alexandrina entrava in uno stato di estasi e in quella condizione “riviveva” le varie fasi della Passione di Cristo, così come sono raccontate nei Vangeli. Le sue sofferenze fisiche si acuivano già il giorno prima, giovedì, e crescevano durante tutta la notte e il mattino seguente, raggiungendo il loro culmine nelle tre ore del venerdì, dalle 12 alle 15. Esistono diverse testimonianze scritte di persone che hanno assistito a quell’evento. Ci sono anche dei filmati e parecchie fotografie (cfr. fotografie a lato).  
 
A mezzogiorno Alexandrina scendeva dal letto. Non si sa come facesse, perché vi giaceva immobilizzata dal 1925. Ma nel periodo in cui “riviveva” la passione essa si muoveva come se la paralisi non esistesse. Scesa dal letto, si prostrava sul pavimento, con le braccia stese lungo i fianchi e restava a lungo in quella posizione assorta in preghiera, come Gesù nell’orto del Getsemani. L'agonia nell'orto era lunga e penosa. Alexandrina emetteva gemiti profondi e la si sentiva singhiozzare. Seguivano, sempre in forma di “rappresentazione”, come in un film, tutte le altre fasi della “Passione di Gesù”: la cattura da parte dei soldati romani, il processo davanti a Pilato, la flagellazione, la coronazione di spine, il viaggio al Calvario e la crocifissione. Alexandrina soffriva realmente e in modo crudele. I presenti, sacerdoti, laici e anche medici, seguivano preoccupati. Alexandrina, pallida, terrea in volto, sudava e i suoi capelli si impastavano sulla testa. Al termine del fenomeno, il suo corpo era pieno di lividi, ecchimosi, ammaccature. I medici approfittavano per fare degli esperimenti. La pungevano con degli spilli, sotto le unghie, vicino agli occhi, e lei non sentiva niente.  
 
Nella “rappresentazione” del viaggio al Calvario con la croce sulle spalle si verificavano sempre anche le tre cadute indicate dai Vangeli. Alexandrina restava a terra, come schiacciata dal peso della croce. Una volta un medico tentò di risollevarla e si accorse che era pesantissima. Chiese aiuto ai colleghi presenti, ma anche in due, in tre non riuscirono a sollevarla di un millimetro. Alexandrina era come incollata al pavimento. Finita l’estasi, diventava leggera: in quel periodo il peso del suo corpo era di appena 34 chili”. “Il fenomeno del “rivivere” la Passione di Cristo durò fino al 27 marzo 1942.  
 
Poi iniziò l’altro grande fenomeno, quello del digiuno totale”.  
 
Cioè?  
 
“Per 13 anni e sette mesi Alexandrina non assunse nessun tipo di cibo o di bevanda. Si nutriva solo con l’Eucaristia che le veniva portata dal parroco tutte le mattine. Gesù le aveva detto: “Non ti alimenterai mai più sulla terra. Il tuo alimento è la mia carne: il tuo sangue, il mio sangue. Grande è il miracolo della tua vita”. Alexandrina sentiva in modo fortissimo gli stimoli della fame e della sete, ma se prendeva anche solo un goccia d’acqua veniva presa da dolorosi conati di vomito”.  
 
Che cosa dicevano i medici del tempo?  
 
“Il fenomeno incuriosiva tremendamente la scienza medica. Nessun medico credeva che potesse verificarsi un fatto del genere. Poiché i fedeli gridavano al miracolo, i medici, che in quel periodo erano quasi tutti atei dichiarati, volevano dimostrare che era tutto un imbroglio e riuscirono a convincere Alexandrina a sottoporsi a un controllo scientifico in ambiente ospedaliero. Alexandrina accettò ponendo però una condizione: poter ricevere tutte le mattine la Comunione. Nel giugno del 1943, l’ammalata venne condotta all’ospedale di Foce del Douro, vicino ad Oporto, e affidata alle cure del professor Gomes de Araujo, della Reale Accademia di Medicina di Madrid, specialista in malattie nervose e artritiche. Qui vi rimase per 40 giorni, isolata da tutti, sotto stretto controllo di collaboratori del celebre medico, che la sorvegliavano giorno e notte. Dovettero alla fine concludere che si trovavano di fronte a un fatto assolutamente inspiegabile”.  
 
“Alle sofferenze della “passione” e del digiuno, si devono aggiungere le vessazioni diaboliche e le incomprensioni umane. Il demonio la disturbò in tutti i sensi, con tentazioni contro la fede e assalendo il suo corpo, gettandola dal letto e procurandole ferite. Né minore fu la sofferenza derivante dall’incomprensione umana. E non parlo solo di quella, scontata, di chi agiva per pregiudizio, ma anche di quella proveniente dagli uomini di Chiesa che, pur con retta intenzione, accrebbero la sua crocifissione. Insomma, fu una crocefissa per tutto il corso della sua esistenza”.  
 
Tutte queste sofferenze avevano certamente uno scopo particolare, una missione specifica.  
 
“La missione di Alexandrina è stata quella di scuotere il mondo sugli effetti del peccato, invitare alla conversione, offrire una testimonianza di vivissima partecipazione alla Passione di Cristo e quindi di contributo alla redenzione dell’umanità. “Voleva chiudere l’inferno” è il titolo di un libro di Don Pasquale Umberto, suo direttore spirituale. Quel titolo riassume la missione di Alexandrina. Durante un’estasi fu sentita dire: “O Gesù, chiudete le porte dell’inferno! Collocatemi come sbarra su quelle soglie affinché più nessuno si perda! Lasciatemi colà sino alla fine del mondo, fino a che vi sono peccatori da salvare”.  
 
“Sulla sua tomba, Alexandrina ha voluto che fosse scritto: “Peccatori, se le ceneri del mio corpo possono essere utili per salvarvi, avvicinatevi, passatevi sopra, calpestatele fino a che spariscano. Ma non peccate più; non offendete più il nostro Gesù! Peccatori, vorrei dirvi tante cose! Per scriverle tutte non basterebbe questo grande cimitero. Convertitevi. Non offendete Gesù! Non vogliate perderlo per tutta l’eternità! Egli è tanto buono. Basta col peccato. Amate Gesù; amatelo!”. Una missione dunque da grande mediatrice: caricarsi dei peccati dell’umanità ed espiarli ai fini della salvezza”.  
 
Pensa che una simile missione sia valida anche nel nostro tempo? Quale interesse può suscitare nell’uomo di oggi?  
 
“Quando la santità è autentica il messaggio che ne promana va oltre il tempo, è sempre attuale. Alexandrina scuote l’uomo di oggi per la sua carica profetica. Si impone l’analogia con Padre Pio, espressione viva anch’egli del Crocefisso. La sua recente Canonizzazione ha interessato milioni di persone. Chi direbbe che vite di questo genere (si tratta di due contemporanei) non abbiano presa sull’uomo di oggi? Chi conosce Alexandrina ne rimane affascinato. Ricevo lettere da tutto il mondo con richiesta di immagini e reliquie. Molti scrivono per segnalare grazie ottenute per intercessione di Alexandrina. La sua tomba (che si trova oggi nella Chiesa parrocchiale di Balasar) è meta di continui pellegrinaggi. Un flusso di circa 30 mila persone ogni mese”.  
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Papa Pio XII - Preghiera per la Consacrazione della Chiesa e del genere umano al Cuore Immacolato di Maria

 
Regina del Santissimo Rosario, ausilio dei cristiani, rifugio del genere umano, vincitrice di tutte le battaglie di Dio! supplici ci prostriamo al vostro trono, sicuri di impetrare misericordia e di ricevere grazie e opportuno aiuto e difesa nelle presenti calamità, non per i nostri meriti, dei quali non presumiamo, ma unicamente per l'immensa bontà del vostro materno Cuore.  
 
A Voi, al vostro Cuore Immacolato, in quest'ora tragica della storia umana, ci affidiamo e ci consacriamo, non solo in unione con la Santa Chiesa, corpo mistico del vostro Gesù, che soffre e sanguina in tante parti e in tanti modi tribola, ma anche con tutto il mondo straziato da feroci discordie, riarso in un incendio di odio, vittima della propria iniquità.  
 
Vi commuovano tante rovine materiali e morali; tanti dolori, tante angoscie di padri e di madri, di sposi, di fratelli, di bambini innocenti; tante vite in fiore stroncate; tanti corpi lacerati nell'orrenda carneficina; tante anime torturate e agonizzanti, tante in pericolo di perdersi eternamente!  
 
Voi, o Madre di misericordia, impetrateci da Dio la pace! e anzitutto quelle grazie che possono in un istante convertire i cuori umani, quelle grazie che preparano, conciliano, assicurano la pace! Regina della pace, pregate per noi e date al mondo in guerra la pace che i popoli sospirano, la pace nella verità, nella giustizia, nella carità di Cristo. Dategli la pace delle armi e la pace delle anime, affinché nella tranquillità dell'ordine si dilati il regno di Dio.  
 
Accordate la vostra protezione agli infedeli e a quanti giacciono ancora nelle ombre della morte; concedete loro la pace e fate che sorga per essi il Sole della verità, e possano, insieme con noi, innanzi all'unico Salvatore del mondo ripetere: Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà! (Luc. 2, 14).  
 
Ai popoli separati per l'errore o per la discordia, e segnatamente a coloro che professano per Voi singolare devozione, e presso i quali non c'era casa ove non si tenesse in onore la vostra veneranda icona (oggi forse occultata e riposta per giorni migliori), date la pace e riconduceteli all'unico ovile di Cristo, sotto l'unico e vero Pastore.  
 
Ottenete pace e libertà completa alla Chiesa santa di Dio; arrestate il diluvio dilagante del neopaganesimo; fomentate nei fedeli l'amore alla purezza, la pratica della vita cristiana e lo zelo apostolico, affinché il popolo di quelli che servono Dio aumenti in meriti e in numero.  
 
Finalmente, siccome al Cuore del vostro Gesù furono consacrati la Chiesa e tutto il genere umano, perché, riponendo in Lui ogni speranza, Egli fosse per loro segno e pegno di vittoria e salvezza; così parimenti noi in perpetuo ci consacriamo anche a Voi, al vostro Cuore Immacolato, o Madre nostra e Regina del mondo : affinché il vostro amore e patrocinio affrettino il trionfo del Regno di Dio, e tutte le genti, pacificate tra loro e con Dio, Vi proclamino beata, e con Voi intonino, da un'estremità all'altra della terra, l'eterno Magnificat di gloria, amore, riconoscenza al Cuore di Gesù, nel quale solo possono trovare la Verità la Vita e la Pace.  
 
+ Papa Pio XII, Sabato, 31 ottobre 1942  
 
Papa Pio XII - Preghiera per la Consacrazione della Chiesa e del genere umano al Cuore Immacolato di Maria  
 
Articolo su La voce cattolica  
 
2020-11-28
 
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1 La chiesa parrocchiale di Balazar ( © Vítor Reis - Licenza CC-BY 2.0 )  
 
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