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Cardinale Stefan Wyszyński, il Primate del Millennio
I tratti di un pastore intrepido, difensore della libertà della Chiesa e del proprio popolo  
 
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Ritratto di Stefan Wyszyński presso un'aula dell'Università Cattolica di Lublino ©1

Cardinale Stefan Wyszyński, il Primate del Millennio

 
Il cardinale Stefan Wyszyński (1901–1981) fu una delle personalità di primo piano della Chiesa del XX secolo in Europa. Affrontò un periodo storico drammatico per il suo Paese, la Polonia, esercitando il suo ruolo di guida con grande saggezza e fermezza, tanto da meritare di essere chiamato “Primate del Millennio”, non solo perché organizzò l'evento del 1966 - anniversario dei mille anni del cristianesimo in Polonia - ma perché la sua figura si staglia fra quelle dei pastori più rappresentativi nella storia del suo popolo.  
 
Mentre nel suo Paese e negli altri Paesi del blocco sovietico migliaia di sacerdoti e religiosi venivano imprigionati e il partito comunista al potere muoveva guerra alla Chiesa, nel 1948 Papa Pio XII lo nominò arcivescovo metropolita di Gniezno e Varsavia, dunque Primate di Polonia.  
 
Pur nella fermezza dei principi, si dedicò costantemente al negoziato con le autorità civili per ottenere il rispetto dei diritti umani per i suoi connazionali e per la Chiesa. Nel tentativo di promuovere la "libertas ecclesiae", giunse a concludere un accordo con le autorità comuniste il 14 aprile 1950. All'inizio degli anni Cinquanta, in un periodo di grandi tensioni tra Stato e Chiesa, la politica delle autorità della Repubblica Popolare Polacca (PRL), dipendenti dall'URSS, era volta ad abbattere l'opposizione e tutte le istituzioni indipendenti.  
 
Sempre sul filo del pericolo di essere arrestato, ricevette nel 1952 la nomina cardinalizia, che ebbe anche l'effetto di proteggerlo in una certa misura dalle minacce del potere comunista. L'anno dopo, durante la sessione plenaria della Conferenza Episcopale Polacca, i vescovi con il loro Primate redigerono un documento indirizzato al Consiglio dei Ministri della Repubblica Popolare di Polonia per contestare le violazioni all'accordo sottoscritto pochi anni prima. Tale documento conteneva queste parole:  
"ai sensi della nostra vocazione apostolica, dichiariamo nel modo più enfatico e solenne che il decreto sopra citato, in quanto contrario alla Costituzione della Repubblica Popolare di Polonia e in violazione dei diritti di Dio e della Chiesa, non può essere considerato legalmente valido e vincolante. "Bisogna obbedire a Dio più che agli uomini". (...) Seguiremo la voce della nostra vocazione apostolica e della coscienza sacerdotale, camminando con la pace interiore e la consapevolezza che non abbiamo dato motivo alla persecuzione, che la sofferenza diventa nostra non per altro, ma solo per la causa di Cristo e della Chiesa di Cristo. Non ci è permesso mettere le cose di Dio sugli altari di Cesare. Non possumus.  
Questo documento passò alla storia come il memoriale del "non possumus".  
 
Wyszyński era consapevole che una posizione così netta avrebbe potuto costargli un prezzo molto alto. Il regime comunista decise infatti di internarlo, il 26 settembre 1953. Il Primate rimase in isolamento forzato per circa tre anni con l'accusa di attività antistatali, ma venne poi liberato dal nuovo Primo Segretario del Partito Comunista, Władysław Gomułka.  
 
Nei suoi "Appunti dalla Prigione", si legge:
«Il peccato più grande per un apostolo è la paura; la paura di un apostolo è la prima alleata dei suoi nemici».  
L'8 dicembre 1956 portò alla conclusione un nuovo accordo con le autorità dello Stato, in base al quale, tra l'altro, venne ripristinato l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole.  
 
Un poco del suo carattere lo possiamo cogliere dalle parole che pronunciò in una omelia (Varsavia, Epifania del Signore il 6 gennaio 1981):
«Perché la terra non è coltivata solo col concime, ma con l'amore, col grande amore per la patria e per tutto ciò che la costituisce. Per questo l'uomo tratta il suo passato con grande rispetto, cerca di conoscerlo, valutarlo, comprenderlo, considerarlo come una sua eredità, che non può essere tradita. [...] Tutto ci interessa, tutto ci è caro e prezioso. Quanto è importante essere consapevoli che siamo al servizio di questa nazione, che per secoli ha preparato la nostra terra natale su cui dobbiamo vivere oggi».  
A metà marzo 1981, a Wyszyński fu diagnosticato un cancro. Nonostante gli sforzi dei medici, il suo sviluppo non poteva essere fermato. Nei giorni in cui il Papa Giovanni Paolo II, subiva l'attentato alla sua vita (13 maggio 1981), il Primate di Polonia riceveva il sacramento dell'unzione degli infermi. Morì il 28 maggio, nella festa dell'Ascensione del Signore.  
 
Il cardinale morì senza assistere alla caduta del regime comunista in Polonia. Le sue spoglie sono conservate nella Basilica arcicattedrale di San Giovanni Battista a Varsavia, in una cappella a lui dedicata nella cripta. Non è ancora nota la data in cui Stefan Wyszyński verrà proclamato beato, ma il tempo è ormai maturo.  
 
Il Parlamento polacco ha deliberato che l'anno 2021 sia dedicato alla sua memoria, in quanto ricorre il 120° anniversario della sua nascita e il 40° della sua morte.  
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Stefan Wyszyński e Papa Giovanni Paolo II

Stefan Wyszyński e Karol Wojtyła

 
Tra i due uomini di Chiesa Stefan Wyszyński e Karol Wojtyła si creò un legame molto forte ed una grande affinità, fin dal tempo in cui il giovane Karol Wojtyła venne nominato arcivescovo di Cracovia da Papa Paolo VI nel 1964, ma Wyszyński conosceva ed apprezzava Karol Wojtyła già da prima, avendo sostenuto la sua candidatura alla nomina di vescovo ausiliare di Cracovia nel 1958.  
 
Nel 1978 parteciparono entrambi al conclave da cui Karol Wojtyła uscì come Papa Giovanni Paolo II. Quindi il 22 ottobre Wyszyński partecipò all'inaugurazione del pontificato. Quando gli si presentò davanti per il bacio dell'anello, il Papa, in segno di rispetto, si alzò dal suo trono, gli baciò la mano e lo abbracciò. Questa scena è raffigurata nella foto storica presente in questa pagina.  
 
Secondo il ricordo del prof. Waldemar Chrostowski, fu il cardinal Wyszyński - commentando un articolo apparso sul giornale "Le Monde" - a suggerire, prima del conclave, che il nuovo Papa avrebbe dovuto chiamarsi "Giovanni Paolo II" in quanto il predecessore, deceduto prematuramente, non aveva potuto compiere la sua missione.  
 
Il giorno successivo il Papa incontrò i suoi connazionali nell'aula Paolo VI e nuovamente incontrò e abbracciò lungamente il Primate Wyszyński. Quindi pronunciò queste parole:  
«Non ci sarebbe questo Papa polacco nella Sede di Pietro, che oggi, pieno di timore di Dio, ma anche pieno di fiducia, inizia un nuovo pontificato, se non fosse per la tua fede, che non arretrò davanti alla prigionia e alla sofferenza. La tua eroica speranza, il tuo totale affidamento alla Madre della Chiesa, se non fosse per Jasna Góra e per tutto il periodo della storia della Chiesa nella nostra Patria, che è legato al tuo servizio episcopale e primaziale.»  
Il Papa polacco scrisse nella sua autobiografia, a proposito di Wyszyński:  
«Non dimenticherò le parole che mi disse il 16 ottobre - giorno di santa Jadwiga Śląska - mentre si avvicinava la decisione del conclave: "Se ti scelgono, per favore non rifiutare". Il Primate del Millennio mi aiutò molto. Potei rispondere alla domanda posta dopo l'elezione: "accetto"».  
Con queste parole Papa Giovanni Paolo II menzionò il Primate Wyszyński anche nel proprio testamento:
«Quando il 16 ottobre 1978 il conclave dei cardinali elesse Giovanni Paolo II, il Primate di Polonia, il cardinale Stefan Wyszyński mi disse: "Il compito del nuovo papa sarà di introdurre la Chiesa nel Terzo Millennio". Non so se sto citando questa frase alla lettera, ma questo era certamente il significato di ciò che udii allora. Furono pronunciate dall'uomo che è passato alla storia come il Primate del Millennio. Grande Primate. Fui testimone della sua missione, del suo eroico affidamento. Le sue lotte e le sue vittorie. "La vittoria, quando arriverà, sarà una vittoria per mezzo di Maria" - diceva il Primate del Millennio, ripetendo le parole del suo predecessore, il cardinale August Hlond».  
Il primo pellegrinaggio del Papa Giovanni Paolo II in Polonia, nel giugno del 1979, fu un evento eccezionale, che ebbe un ruolo fondamentale per la nascita del primo sindacato libero "Solidarność".  
 
Sono in molti a ritenere che da quella scintilla si accese il fuoco che portò allo sgretolamento dell'impero comunista in Polonia e negli altri Paesi del blocco sovietico.  
 
Lo stesso Primate se ne rese conto, durante i giorni di quel pellegrinaggio, e pronunciò queste parole:
«La presenza del Santo Padre qui in Polonia è un aumento della speranza, una certa mobilitazione spirituale e una rinascita della fede in queste persone. È dunque possibile fare qualcosa assumendo una posizione ferma».  
Un altro degli effetti del pellegrinaggio, notato dal cardinale Wyszyński, fu la preoccupazione dell'Unione Sovietica causata dalla crescente speranza di libertà religiosa in Lituania, Lettonia, Estonia, Bielorussia e Ucraina.  
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Stefan Wyszyński e Papa Giovanni Paolo II

La risoluzione del Parlamento polacco (Sejm)

 
Risoluzione  
SEJM della Repubblica di Polonia  
del 27 novembre 2020  
sull'istituzione del 2021 come Anno del cardinale Stefan Wyszyński
 
 
Il cardinale Stefan Wyszyński nacque il 3 agosto 1901 a Zuzela e morì il 28 maggio 1981 a Varsavia.  
 
Prima della seconda guerra mondiale, svolse attività sociale ed educativa nei sindacati cristiani e organizzò l'Unione cattolica della gioventù operaia. Durante la seconda guerra mondiale fu cappellano dell'ospedale dei ribelli di Laski e del distretto di Żoliborz dell'esercito Armia Krajowa.  
 
Nel 1946 fu nominato da Papa Pio XII vescovo di Lublino e nel 1948 arcivescovo di Gniezno e Varsavia. Il primate Wyszyński è stato il creatore dei voti di Jasna Góra della nazione polacca e l'iniziatore della celebrazione del Millennio - il Millennio del Battesimo della Polonia nel 1966, che ha rafforzato il legame della nazione con la Chiesa cattolica e ha ricordato la grande tradizione della statualità polacca. Ha servito come primate della Polonia fino al 1981. Assistette alla nascita del sindacato NSZZ "Solidarność", e grazie al suo decisivo sostegno fu istituito il sindacato unitario dei contadini e legalizzato il sindacato dei coltivatori diretti NSZZ "Solidarność".  
 
Si coinvolse non solo nella vita religiosa, ma anche nella vita sociale della nostra nazione, minacciata dalla demoralizzazione e dalla devastazione postbellica della vita familiare, dalla brutale ateizzazione da parte del comunismo militante, che violava anche i diritti e le libertà civili fondamentali. Come uomo di profonda fede e amore per la Chiesa e la Patria, cercò l'accordo con le autorità. Tuttavia, quando le azioni delle autorità della Repubblica popolare polacca minacciavano i diritti della Chiesa e dei fedeli, pronunciò un deciso "Non possumus"! Il Primate della Polonia fu imprigionato. Diventò un simbolo di un incrollabile atteggiamento di opposizione al male.  
 
Nella sua attività sacerdotale, il Primate del Millennio richiamò l'attenzione sulla dignità intrinseca dell'uomo, da cui derivano tutti i suoi diritti. Non fu solo un proclamatore dei valori cristiani universali, ma anche uno statista che diceva "Amo la mia patria più del mio cuore". Servì la Polonia e agì per lei, chiedendo alle autorità comuniste il rispetto della libertà religiosa e difendendo la cultura polacca. Sottolineò la necessità di comprendere l'importanza della libertà della Nazione, che dovrebbe essere un grande bene e un valore reale per ogni cittadino. Per il Primate del Millennio, la libertà della nazione era una priorità per l'attività sacerdotale e sociale. Il cardinale Stefan Wyszyński basò il suo insegnamento su un uomo il cui bene dovrebbe essere il centro della vita sociale ed economica di ogni comunità.  
 
Il Sejm della Repubblica di Polonia, convinto della particolare importanza del Cardinale Stefan Wyszyński per il rispetto della dignità umana e della libertà, il rispetto per la Patria e la costruzione di una Polonia libera e indipendente, istituisce il 2021 come Anno del Cardinale Stefan Wyszyński.  
Il maresciallo del SEJM  
Elżbieta Witek
 
 
 
Qui la fonte del documento ufficiale del parlamento polacco  
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Sejm - Il Parlamento polacco

 
2021-01-23
 
Immagini e Copyrights
1 Ritratto di Stefan Wyszyński presso un'aula dell'Università Cattolica di Lublino ( © Zbigniew Kotyłło - Licenza CC BY-NC-SA 4.0)  
 
Nota: Le immagini sono tagliate e ridimensionate solo se consentito dalle norme previste  
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