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Maria e le promesse della Medaglia Miracolosa
Che cosa ci ha lasciato la nostra madre celeste dopo le apparizioni di Rue du Bac, Parigi 1830  
 
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Maria e le promesse della Medaglia Miracolosa

 
Erano circa le ore 17:30 del 27 novembre del 1830 e una suora novizia, Caterina Labouré, stava pregando nella cappella del convento delle Figlie della Carità di San Vincenzo de' Paoli, in Rue du Bac n. 140 a Parigi.  
 
Quello che successe quel giorno ebbe, e continua ancora ad avere, un impatto talmente grande nella storia che ancora oggi ne parliamo: conversioni, guarigioni, protezioni e miracoli da allora hanno accompagnato la diffusione dell'immagine che la Madonna presentò a Caterina e che chiese fosse indossata dai suoi figli.  
 
Ma facciamo un passo indietro e parliamo della suora protagonista di questi avvenimenti. Nata in Borgogna nel 1806, chiamata Zoe in famiglia, ma battezzata col nome di Caterina, entrò nel convento prima di compiere 24 anni. Abbracciò la vita religiosa con grande entusiasmo, mentre cresceva in lei un grande amore filiale verso la Vergine Maria, che aveva eletto a "sua mamma" da quando, a soli nove anni, aveva perso la sua madre terrena.  
 
La sua vocazione religiosa le era già chiara dopo la sua Prima Comunione e ne aveva avuto conferma nel sogno in cui San Vincenzo de' Paoli le predisse la sua entrata nell'Ordine. Solo durante una sua visita ad un convento vincenziano, vedendo un quadro appeso alla parete, riconobbe la figura del sacerdote protagonista di quel sogno che le aveva detto: «Figlia mia, adesso mi sfuggi, ma un giorno sarai felice di venire da me; Dio ha dei progetti su di te, non dimenticarlo!».  
 
La prima apparizione di Gesù  
 
Dopo pochi mesi dalla sua entrata in convento, il 6 giugno 1830 durante la Santa Messa, Caterina ebbe la prima visione. «Mi è apparso il Signore vestito da Re, con una croce luminosa sul petto. Mi è sembrato che la croce colasse sangue fino ai piedi di Gesù e che, al momento del Vangelo, egli fosse spogliato di tutti i suoi ornamenti regali: tutto era caduto in terra. Fu allora che ebbi i più tristi pensieri: il re della terra sarebbe stato detronizzato e spogliato dei suoi abiti regali».  
 
Caterina si riferiva al re Carlo X, allora regnante; ne parlò al suo confessore, padre Giovanni Maria Aladel (della Congregazione dei Padri Lazzaristi, anch'essa fondata da San Vincenzo de' Paoli), ma non fu creduta.  
 
Il successivo 27 luglio scoppiò la "Rivoluzione di luglio", il re fu detronizzato e seguirono persecuzioni sanguinose ai danni di sacerdoti e religiosi, devastazione di chiese e conventi.  
 
La prima apparizione di Maria  
 
Nella notte fra il 18 ed il 19 luglio 1830 Caterina ebbe la prima apparizione della Vergine.  
«Venuta la festa di san Vincenzo de' Paoli la buona madre Marta (direttrice delle novizie) ci fece, alla vigilia, un'istruzione sulla devozione dovuta ai santi e specialmente sulla devozione alla Madonna. Questo mi accese un così grande desiderio di vedere la santissima Vergine, che andai a letto col pensiero di vedere la mia buona Madre celeste quella stessa notte: era tanto tempo che desideravo vederla. Essendoci stato distribuito un pezzettino di tela di una cotta di San Vincenzo, ne tagliai una metà e l'inghiottii. Così mi addormentai col pensiero che san Vincenzo mi avrebbe ottenuto la grazia di vedere la Madonna.  
 
Alle undici e mezzo mi sentii chiamare per nome: "Suor Labouré! Suor Labouré!". Svegliatami, guardai dalla parte donde veniva la voce, che era dal lato del passaggio del letto, tirai la cortina e vidi un fanciullo vestito di bianco, dai quattro ai cinque anni, il quale mi disse: "Vieni in cappella; la Madonna ti aspetta". Mi venne subito il pensiero: Mi sentiranno! Ma quel bambino rispose pronto: "Stai tranquilla: sono le undici e mezzo e tutti dormono profondamente. Vieni che ti aspetto".  
 
Il fanciullo mi condusse nel presbiterio accanto alla poltrona del direttore, dove mi posi in ginocchio, mentre il fanciullino rimase tutto il tempo in piedi. Mi sembrava che fosse trascorso tanto tempo, per cui ogni tanto mi guardavo intorno, per timore che le suore vegliatrici passassero dalla tribuna. Finalmente giunse il sospirato momento. Il bambino mi avvertì, dicendomi: "Ecco la Madonna, eccola!".  
 
Sentii un rumore, come il fruscìo di vesti di seta, venire dalla parte della tribuna, presso il quadro di san Giuseppe, e vidi la santissima Vergine che venne a posarsi sui gradini dell'altare dal lato del Vangelo.  
 
Era la santissima Vergine, ma tutta simile a sant'Anna, solo il volto non era lo stesso. Ero incerta se si trattasse della Madonna. Ma il fanciullino che era lì mi disse "Ecco la Madonna!".  
 
Dire ciò che provai in quel momento e ciò che succedeva in me, mi sarebbe impossibile. Mi sembrava di non riconoscere la Madonna. Quel fanciullino allora mi parlò, non più con voce di bambino, ma d'uomo alto e robusto e disse parole forti. Guardando la santissima Vergine spiccai allora un salto versi di lei e, inginocchiatami sui gradini dell'altare, appoggiai le mani sulle ginocchia di Maria...  
 
Fu quello il momento più dolce della mia vita. Dire tutto ciò che provai mi sarebbe impossibile. La Madonna mi spiegò come dovevo comportarmi col mio direttore spirituale e parecchie cose che non debbo dire; m'insegnò il modo di regolarmi nelle mie pene e, mostrandomi con la sinistra i piedi dell'altare, mi disse di andarmi a gettare ai piedi dell'altare ad espandervi il mio cuore, aggiungendo che là avrei ricevuto tutti i conforti a me necessari.  
 
"Figlia mia, mi disse la Madonna, Dio vuole affidarti una missione. Avrai molto da soffrire, ma soffrirai volentieri, pensando che si tratta della Gloria di Dio. Avrai la grazia; dì tutto quanto ti succederà con semplicità e confidenza. Vedrai certe cose, sarai ispirata nelle tue orazioni, rendine conto a chi è incaricato dell'anima tua...".  
 
A questo punto la Madonna aggiunse con un'espressione molto triste: "I tempi, figlia mia, sono molto cattivi. Sciagure si abbatteranno sulla Francia. Il trono verrà rovesciato. Il mondo intero verrà sconvolto da sventure di ogni genere. Ma venite pure ai piedi di quest'altare; qui grazie verranno effuse su tutti coloro, grandi e piccoli, che le chiederanno con fiducia e fervore ...  
 
Verrà un momento in cui tutto sembrerà perduto, ma io sarò con voi, avvertirete la mia presenza e la protezione mia e di san Vincenzo sulle due Congregazioni. Nelle altre Congregazioni e tra il clero di Parigi vi saranno delle vittime; anche l'arcivescovo morirà, la croce sarà oltraggiata, buttata per terra, il fianco di nostro Signore sarà nuovamente trafitto, per le strade scorrerà il sangue e il mondo intero sarà nella tristezza. Ma abbiate fiducia! Proprio allora io sarò con voi; avrete modo di riconoscere la mia visita". »
 
A questo punto Caterina pose interiormente una domanda: "Quando?". E una voce rispose: "Tra quarant'anni".  
«Quanto tempo rimasi con la Madonna, non saprei dire. Tutto quello che so è che, dopo avermi parlato a lungo, se ne andò scomparendo come ombra che svanisce, dirigendosi verso la tribuna, per quella parte da cui era venuta.  
 
Mi alzai dai gradini dell'altare, rividi il fanciullino al posto dove l'avevo lasciato, il quale mi disse: "È partita!". Rifacemmo lo stesso cammino, trovando sempre tutti i lumi accesi e tenendosi quel bambino sempre alla mia sinistra.  
 
Credo che quel bambino fosse il mio angelo custode, resosi visibile per farmi vedere la Madonna; io, infatti, l'avevo tanto pregato di ottenermi un tal favore. Era vestito di bianco, portava con sé una luce prodigiosa, ossia era sfolgorante di luce, e dimostrava un'età dai 4 ai 5 anni. Tornata a letto, sentii suonare le due e non ripresi più il sonno».
 
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Catherina Labouré

La seconda apparizione di Maria  
«Il 27 novembre 1830, il sabato precedente alla prima domenica d'Avvento, alle 17:30, facendo la meditazione in profondo silenzio, mi parve di sentire dal lato destro della cappella un rumore come il fruscìo di una veste di seta.  
 
Avendo volto lo sguardo verso quel lato, vidi la santissima Vergine all'altezza del quadro di san Giuseppe. La sua statura era media e la sua bellezza tale che mi è impossibile descriverla. Stava in piedi, la sua veste era di seta e di color bianco-aurora, fatta, come si dice, "à la vierge", cioè accollata e con le maniche lisce. Dal capo le scendeva un velo bianco fino ai piedi. Aveva i capelli spartiti e una specie di cuffia con un merletto di circa 3 cm di larghezza, leggermente appoggiato sui capelli. Il viso era abbastanza scoperto, i piedi poggiavano sopra un globo, o meglio, sopra un mezzo globo, o almeno io non ne vidi che una metà (più tardi la santa confesserà di aver visto sotto i piedi della Vergine anche un serpente color verdastro, chiazzato di giallo).  
 
Le sue mani, elevate all'altezza della cintura, mantenevano in modo naturale un altro globo più piccolo che rappresentava l'Universo. Ella aveva gli occhi rivolti al cielo e il suo volto diventò risplendente, mentre presentava il globo a nostro Signore.  
 
Tutto ad un tratto, le sue dita si ricoprirono di anelli, ornati di pietre preziose, le une più belle delle altre, le une più grosse e le altre più piccole, le quali gettavano dei raggi gli uni più belli degli altri: questi raggi partivano dalle pietre preziose; le più grosse gettavano raggi più grandi, sicché tutta se ne riempiva la parte inferiore, e io non vedevo più i suoi piedi ...  
 
Mentre ero intenta a contemplarla, la santissima Vergine abbassò gli occhi verso di me e intesi una voce che mi disse queste parole: "Questo globo che vedi rappresenta tutto il mondo, in particolare la Francia ed ogni singola persona...".  
 
Qui non so ridire ciò che provai e ciò che vidi: la bellezza e lo splendore dei raggi erano così sfolgoranti! .... E la Vergine santissima aggiunse:"[Essi] sono il simbolo delle grazie che spargo sulle persone che me le domandano", facendomi così comprendere quanto è dolce pregare la santissima Vergine e quanto ella è generosa con le persone che la pregano; quante grazie ella accorda alle persone che gliele chiedono e quale gioia ella prova nel concederle.  
 
In quel momento, ero e non ero ... non so ... ero rapita. Ed ecco formarsi intorno alla santissima Vergine un quadro alquanto ovale, sul quale in alto, a modo di semicerchio dalla mano destra alla sinistra di Maria si leggevano queste parole scritte a lettere d'oro: "O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te".  
 
Allora si fece sentire una voce che mi disse: "Fai, fai coniare una Medaglia su questo modello; tutte le persone che la porteranno, riceveranno grandi grazie, specialmente portandola al collo; le grazie saranno abbondanti per le persone che le porteranno con fiducia".  
 
All'istante mi parve che il quadro si voltasse ed io vidi il rovescio della Medaglia. Vi era la lettera "M" (iniziale del nome di Maria) sormontata da una croce senza Crocifisso che aveva come base la lettera "I" (iniziale del nome Iesus, Gesù). Più sotto poivi erano due Cuori, uno circondato di spine (quello di Gesù), l'altro trapassato da una spada (quello di Maria).  
 
Poi tutto disparve come qualcosa che si spegne ed io sono rimasta ripiena di non so che, di buoni sentimenti, di gioia, di consolazione».
 
 
Santa Caterina qui non accenna alle dodici stelle che circondano il monogramma di Maria, da lei fatte inserire nelle medaglie coniate sin dal principio.  
 
La terza ed ultima apparizione di Maria  
 
Nel dicembre del 1830 la Vergine apparve a santa Caterina per l'ultima volta, vestita come nella precedente apparizione, e in mano sorreggeva un globo d'oro sormontato da una piccola croce. Nuovamente gli anelli e le pietre preziose irradiavano luce.  
 
Questa volta Maria era sopra l'altare e lasciò alla suora queste parole di addio: "Figlia mia, d'ora in poi non mi vedrai più; tuttavia sentirai la mia voce durante tutte le preghiere".  
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La medaglia miracolosa : "O Maria concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a voi"

La missione di suor Caterina Labouré  
 
Iniziò a questo punto la sofferenza della piccola religiosa, stretta tra un compito affidatole e la generale incredulità delle persone intorno a sé. Il suo confessore non diede peso alle sue parole.  
 
Mentre attendeva che la Vergine realizzasse attraverso di lei il suo piano, visse la sua vita di religiosa nel servizio umile e caritatevole nell'ospizio di Reuilly, secondo il carisma vincenziano. Lavorò in cucina, in portineria, sempre con dedizione e generosità.  
 
Come sempre, i piani della Madonna anche questa volta si dovevano compiere. Finalmente, dopo due anni, il confessore di Caterina decise di parlare della Medaglia all'arcivescovo di Parigi mons. de Quélen, ottenendone il permesso al conio. Le prime medaglie furono prodotte nel giugno del 1832, mentre l'identità della veggente rimaneva sconosciuta.  
 
Solo dopo la sua morte, avvenuta il 31 dicembre 1876, venne conosciuta come la veggente delle apparizioni di Rue du Bac. Grazie a Papa Pio XII fu proclamata santa il 27 luglio 1947.  
 
I miracoli della Medaglia  
 
L'arcivescovo di Parigi mons. de Quélen, fu il primo a ricevere la Medaglia appena coniata e fu anche uno dei primi a sperimentarne la potenza! Chiese alla Vergine la grazia del ritorno alla fede cattolica del vescovo apostata di Malines, Dufour de Pradt e fu chiamato al capezzale del suo confratello proprio mentre questi stava morendo, raccogliendo la sua confessione e il suo ritorno commosso alla Santa Chiesa.  
 
Tra i tantissimi miracoli di conversione operati dalla Medaglia, è noto quello di Alphonse Ratisbonne, ebreo di nascita ma ateo e ferocemente avverso alla Chiesa Cattolica. Mentre era in visita a Roma ricevette la Medaglia da un amico e, pur commentando con sarcasmo non la respinse. Quindi, qualche giorno dopo, si sentì spinto ad entrare in una chiesa, Sant'Andrea delle Fratte, e fu rapito da una grande luce presso l'altare: nella luce vide la Vergine che lo chiamava, gli fece cenno di inginocchiarsi e gli cambiò il cuore. La sua conversione fu totale : divenne sacerdote e concluse i suoi giorni in missione in Terra Santa.  
 
I Papi accolsero il messaggio della Medaglia Miracolosa : Papa Pio IX, nel 1847, ne approvò la diffusione, Papa Leone XIII nel 1894 ne istituì la festa, Papa Pio XI, nel 1933 - in occasione della beatificazione di Caterina Labouré - ne parlò a proposito dei miracoli che attraverso di essa si moltiplicavano. Papa Pio XII, cui si deve la canonizzazione di Caterina, la citò in una enciclica e ne distribuiva le medaglie al termine delle sue udienze.  
 
San Massimiliano Kolbe (1894-1941) fu molto legato alla Medaglia Miracolosa e la scelse come segno distintivo della Milizia dell'Immacolata, da lui fondata quando era già religioso dei Frati Minori Conventuali.  
 
Anche Madre Teresa di Calcutta usava le Medaglie Miracolose come strumento di evangelizzazione e di miracolo, anche in mezzo alle persone di religione indù.  
 
I prodigi compiuti dalla Madonna per il tramite della Medaglia furono tali e tanti, che dopo soli due anni dal primo conio si raggiuse il numero di un milione di medaglie prodotte e diffuse, dopo altri due anni si arrivò a dieci milioni, nel 1842 a 100 milioni, nel 1876 si superò il primo miliardo.  
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La cappella di Rue du Bac a Parigi

Il sito ufficiale  
 
Qui le immagini di Rue du Bac, com'è oggi  
 
2020-11-22
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