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Viviamo in tempi anticristiani
Intervista a Padre Jan Strumiłowski, monaco cistercense  
 
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Jan Strumiłowski, monaco cistercense

Viviamo in tempi anticristiani

 
Intervista di Katarzyna Bernat, di Radio EM - Kielce (PL), a Jan Strumiłowski1, monaco cistercense - Jędrzejów (PL)  
 
KB: Nel libro Dio o uomo, lei delinea la situazione della Chiesa per quanto riguarda la spiritualità, la liturgia e l'arte. Perché questo tema?  
 
Nel mio lavoro accademico, ho affrontato il tema del postmodernismo e della possibilità di adattarlo alla teologia cristiana. Approfondendo la questione, però, sono giunto alla conclusione che una tale combinazione potrebbe essere molto pericolosa. Il postmodernismo è nato da uno spirito di ribellione contro la religione e la cultura cristiana.  
 
È una cosa di cui raramente ci rendiamo conto. La cultura attuale è permeata dal postmodernismo, che punta contro i valori tradizionali, promuove la libertà senza limiti, la libertà dall'autorità. Viviamo in un ambiente di questo tipo. Cerchiamo di adottare alcune forme di postmodernismo nella nostra arte, spiritualità, liturgia, senza considerare quali siano le sue radici.  
 
Quando avviene questo confronto e si vuole predicare il pensiero cristiano nell'ambito della cultura contemporanea, si verifica una svalutazione del pensiero cristiano. Infatti, usiamo concetti cristiani come amore, misericordia, giustizia, ma adottiamo il loro nuovo significato della cultura contemporanea, e questo non è conciliabile.  
 
Nelle culture antiche, se erano estranee al cristianesimo, si potevano cercare elementi in comune. Il postmodernismo, invece, è nato nel grembo del cristianesimo, come opposizione.  
 
KB: Possiamo predicare il cristianesimo in una cultura che ha tra i suoi principi l'opposizione al cristianesimo senza travisarlo?  
 
Sembra che noi lo facciamo, ma senza pensarci. Viviamo in tempi anticristiani. Possiamo vederlo in Polonia, ad esempio, nell'ultimo anno.  
 
La cultura è programmaticamente contraria al cristianesimo. Se si guarda anche solo ai film prodotti oggi, vi è inculcato un pensiero anticristiano.  
 
Se guardiamo a ciò che viene promosso nella cultura, nella pubblicità, si tratta di uno stile di vita che dovrebbe rompere con il cristianesimo. Ne vediamo il frutto, ad esempio, nella diffusa ribellione contro la Chiesa.  
 
KB: È dunque possibile un dialogo con questo mondo?  
 
È difficile rispondere in modo univoco. Il dialogo della Chiesa con il mondo non può partire dal presupposto di parlare con dei pari.  
 
Se prendiamo la posizione che c'è una certa verità oggettiva e la Chiesa la detiene, allora è sbagliato dire che la verità sta nel mezzo, come spesso si pensa oggi, che la verità è una qualche risultante di diversi punti di vista.  
 
Il pensiero postmoderno postula una conversazione tra tutti e tutti, postula la ricerca di un consenso che, secondo questo assunto, sarà il più vicino alla verità.  
 
Nel contempo, la Chiesa è dotata della rivelazione divina, cioè della verità assoluta. Quindi, se entriamo in dialogo con il mondo questo avviene sulla base di certi principi.  
 
Fra questi, l'imparare il linguaggio che il mondo usa, essere comunicativi e poi dichiarare la verità di Dio che ci è stata rivelata.  
 
Questa era anche la premessa del dialogo interreligioso che la Chiesa ha intrapreso.  
 
Non doveva essere un dialogo alla ricerca di qualcosa, perché noi cristiani abbiamo già trovato la Verità, quindi non la cerchiamo, ma la esploriamo e vogliamo condividerla con gli altri. Gesù non ha detto ai suoi discepoli andate a dialogare, ma andate a predicare, perché avete la luce.  
 
KB: Qual è l'essenza di questo dialogo secondo i principi del postmodernismo?  
 
Il postmodernismo è caratterizzato dalla tesi che tutti i punti di vista sono uguali e ugualmente veri, che non esiste una verità oggettiva e che ognuno ha la propria verità.  
 
Quindi, il consenso non è sempre possibile, il postmodernismo sostiene persino che il pluralismo e l'eclettismo del pensiero sono la cosa migliore.  
 
Che ognuno pensi per sé ciò che ritiene giusto e che si sia tolleranti l'uno con l'altro. Questo è incompatibile con il pensiero cristiano.  
 
C'è un'altra caratteristica del postmodernismo che deriva da una certa svolta culturale avvenuta dopo il Medioevo.  
 
Oggi sta raggiungendo il suo apice. Il cristianesimo, dalle origini fino alla fine del Medioevo, è stato fortemente teocentrico.  
 
Era una religione incentrata su Dio e sul culto di Dio, che è la salvezza e la felicità dell'uomo. A noi sembra già astratto che il culto di Dio, l'affidamento e l'offerta di sé a Dio possano essere l'apice e la fonte della felicità.  
 
Questo pensiero era ovvio a quel tempo. Se volete essere felici, la vostra realizzazione non è in ciò che è umano, non è nella ricerca di un sostituto della felicità o della vostra idea di felicità, ma è in Dio. L'uomo è progettato in modo tale da diventare completo solo nell'unione con Dio.  
 
KB : Oggi siamo incentrati sull'uomo.  
 
Giusto. Dalla fine del Medioevo, c'è stato un cambiamento culturale che ha iniziato a influenzare la spiritualità, la liturgia e l'arte. Si basa sul mettere al centro l'essere umano.  
 
L'uomo con le sue aspirazioni, i suoi desideri, i suoi sogni, di cui Dio è il garante della realizzazione.  
 
L'uomo viene prima di tutto e Dio è un personal trainer. Qualcuno che serve l'uomo affinché si realizzi. Oggi siamo alla ricerca della felicità e Dio è lì per aiutarci.  
 
La cultura odierna promuove un uomo che, con i suoi desideri, il suo ego, viene prima di tutto, e la religione è lì per servirlo. Un tempo era il contrario, era l'uomo a servire Dio e quindi a realizzarsi.  
 
La cultura postmoderna, invece, non è più nemmeno umanista o antropocentrica, ma egocentrica. Ciò che conta è ciò che è individuale nell'uomo, e il mondo e Dio esistono per servirlo.  
 
Questo distorce molto il messaggio evangelico. Nel cristianesimo non abbiamo l'alternativa tra Dio e l'uomo. Crediamo in Cristo Dio-Uomo. Gli uomini hanno sempre cercato Dio e in Gesù ci è stato dato.  
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Fonte  
 
[1] O. Jan P. Strumiłowski OCist - Dottore di ricerca in teologia dogmatica, docente presso il Seminario Teologico Superiore di Katowice-Panewniki. Si occupa di teologia della bellezza, teologia trinitaria e cristologia, nonché di teoria teologica della conoscenza, soprattutto nei suoi aspetti esistenziali ed estetici, e delle sue relazioni con la filosofia contemporanea e le scienze empiriche.  
 
 
 
2021-05-07
Autore : Katarzyna Bernat Fonte : Radio EM - Kielce (PL)
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