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Visita all'Abbazia di Santa Maria a Rosano (FI)
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Visita all'Abbazia di Santa Maria a Rosano

 
Si trova nel comune di Rignano sull'Arno, in provincia di Firenze, all'interno del territorio della Diocesi di Fiesole.  
 
Un fatto storico importante è la distruzione del monastero nel 1143 ad opera dei fiorentini nella guerra contro i Conti Guidi.  
 
Pur se più volte restaurata, conserva l'originario stile romanico, con un portale rinascimentale.  
 
La torre campanaria presenta cinque ordini di aperture.  
 
Risalgono al XVI secolo il chiostro, il refettorio, la cucina, il pozzo a gradini di pietra e le sale del piano terreno.  
 
È un'abbazia femminile di clausura dell'Ordine di San Benedetto; conta circa 50 monache. L'Ufficio divino è celebrato in canto gregoriano, e in latino.  
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Anno Domini DCCLXXX edificatum fuit hoc monasterium restauratum autem cum ecclesia anno MDXXIII

Sull'architrave del portone la scritta in latino ci riporta la data di edificazione (780) e di un successivo restauro (1523).  
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Interno

 
La chiesa abbaziale è articolata su tre navate, divise da pilastri a base quadrata e archi a tutto sesto e con presbiterio sopraelevato.  
 
Sotto il presbiterio rinascimentale (1502) la cripta, a cui si accede con scalini da tutte e tre le navate, è divisa in cinque navate da colonne di pietra dotate di capitelli di notevole pregio.  
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Crocifisso con Cristo trionfante

 
Si trova in alto nell’abside e presenta riquadri con storie della Passione e della Resurrezione. E' attribuito al Maestro di Rosano o di Vico l’Abate e risale al XII secolo.  
 
A sinistra: il tradimento di Giuda, la discesa nel Limbo, l’apparizione del Cristo in veste di pellegrino ai discepoli di Emmaus.  
 
A destra: la deposizione, la deposizione nel sepolcro, l’apparizione dell’angelo.  
 
Ai piedi del Cristo il rinnegamento di San Pietro  
 
Nei bracci laterali a sinistra la Vergine e san Giovanni Battista, a destra le pie donne  
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Annunciazione di Giovanni dal Ponte (1434)

Trittico dell'Annunciazione

 
Il trittico dell'Annunciazione si trova nel presbiterio, a destra.  
 
E' attribuito a Giovanni dal Ponte (1434).  
 
Al centro è riprodotta la scena dell’Annunciazione.  
A sinistra: San Benedetto e San Lorenzo  
A destra : San Giovanni Battista e San Nicola  
Nelle cuspidi : Dio Padre e i due profeti Isaia e Daniele.  
 
Nella chiesa si trova anche un'Annunciazione di Jacopo di Cione (1365 circa).  
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Annunciazione di Jacopo di Cione

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Fonte battesimale (1423)

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Il chiostro

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Il refettorio

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L'immagine miracolosa del Sacro Cuore di Gesù a Rosano

Il miracolo di Rosano

 
Dalla lettera del vescovo Luciano Giovannetti, 4 aprile 1948  
 
«La sera del 4 aprile 1948, Domenica in Albis, durante il canto dei Vespri, si osservò per la prima volta che dagli occhi della statua cadevano gocce come di lacrime. Nel giugno del medesimo anno un altro prodigio si aggiunse “impressionante e inatteso”: l’effusione di sangue.  
 
Tali fatti si verificarono ripetutamente tra il 1948 e il 1950 e sono avvalorati da numerosi testimoni oculari, dalle monache stesse e in particolare dalla reverenda madre abbadessa M. Ildegarde Cabitza di v.m.  
 
Nell’archivio del monastero si conservano molte testimonianze giurate anche di sacerdoti, predicatori e visitatori occasionali, insieme alle analisi mediche del sangue, a manutergi e purificatoi imbevuti di sangue.  
 
Tra queste, preziosa rimane la testimonianza di monsignor Angelo Scapecchi, divenuto poi vescovo ausiliare della Diocesi di Arezzo. Dall’archivio si viene a conoscenza dell’indagine del visitatore padre Luigi Romoli o.p. inviato dal Sant’Uffizio, il quale interrogò personalmente tutte le monache imponendo alla comunità il più assoluto silenzio. In seguito, il 14 novembre 1950, lo stesso Sant’Uffizio ordinò la rimozione della statua per custodirla in luogo segreto.  
 
Essa ritornò a Rosano nel 1952. La comunità di Rosano visse tali avvenimenti con intima gioia e grande emozione, ma con estrema riservatezza, tanto è vero che – come risulta dalla cronaca – non fu distolta dalle occupazioni quotidiane, ma al contrario la vita monastica proseguì più intensa secondo il motto benedettino Ora et labora. Il fatto della lacrimazione e della effusione di sangue venne ritenuto inesplicabile dal punto di vista naturale e umano.  
 
Il mio venerato predecessore monsignor Giovanni Giorgis vide nei fatti di Rosano un appello del Signore “alla fedeltà, alla riparazione, alla preghiera”. […] Carissimi fratelli e sorelle, ripensiamo con commozione quanto avvenuto cinquant’anni fa nella nostra diocesi, vediamolo come un segno della benevolenza e dell’amore del Signore, e come invito a una seria e profonda riflessione.  
 
Rinnoviamo con gioia la nostra ardente devozione al Sacro Cuore di Gesù, e accogliendo questo messaggio chiediamo il dono di una sempre più profonda conversione al suo amore, la grazia di un crescente fervore apostolico e anche il dono di numerose e sante vocazioni sacerdotali e religiose, per fare di Cristo il cuore del mondo. Guardando al cuore di Gesù attingeremo con gioia alle sorgenti della salvezza!».  
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Fonti

 
Articolo di Salvina Pizzuoli su TuttaToscana  
Wikipedia  
Editrice Shalom  

Indirizzo

 
Borgo del Monastero, 13, 50067 Rignano sull'Arno FI  
 
2025-06-04
 
Immagini e Copyrights
 
Nota: Le immagini sono tagliate e ridimensionate solo se consentito dalle norme previste  
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